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Presunta corruzione nel Comune di Teverola: l’ex sindaco Tommaso Barbato torna libero, revocati i domiciliari

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Tommaso Barbato, l'ex sindaco di Teverola

Presunto sistema di corruzione nel Comune di Teverola: l’ex sindaco Tommaso Barbato torna libero, revocati gli arresti domiciliari a seguito dell’indagine della Procura di Napoli. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Corruzione nel Comune di Teverola: revocati domiciliari ex sindaco

L’ex sindaco Tommaso Barbato (nella foto) ha visto revocata la misura degli arresti domiciliari, che era stata imposta a seguito dell’indagine della Procura di Napoli nord su un presunto sistema di corruzione nel Comune di Teverola. Lo scorso novembre, insieme a lui, erano stati posti ai domiciliari anche l’ex assessore Pasquale De Floris, l’ex sindaco Biagio Lusini e l’ingegnere Gennaro Pitocchi. Il Tribunale del Riesame aveva successivamente annullato la misura per De Floris, mantenendola invece per gli altri tre. Recentemente, la Procura di Napoli nord ha impugnato il provvedimento del Riesame con un ricorso in Cassazione. Gli avvocati di Barbato, Alessandro Caputo e Luigi Iannettone, hanno presentato una richiesta al gip per ottenere la riduzione o la sospensione della misura restrittiva, citando tra le motivazioni il lungo tempo trascorso dall’applicazione della stessa e la diminuzione delle esigenze cautelari.

La richiesta è stata accettata e Barbato ha ora solo l’obbligo di firmare. L’ex sindaco, accusato di aver ricevuto denaro da imprenditori per favorire i loro affari nel settore delle costruzioni, sebbene sia ancora agli arresti domiciliari, aveva già ottenuto in precedenza il permesso di allontanarsi da casa per svolgere la sua attività professionale. Ora, per eventuali sviluppi futuri, si dovrà attendere la decisione della Corte di Cassazione, in seguito al ricorso presentato dalla Procura. Sono già programmate udienze per il 17 e il 25 febbraio.

Il Riesame aveva stabilito che le intercettazioni effettuate nell’ambito di un’indagine della Dda, poi confluite nell’inchiesta di Napoli nord, non potessero essere utilizzate, annullando così diverse contestazioni. Il ricorso si concentra proprio su questo punto. La Procura ha fatto ricorso contro l’annullamento del sequestro del parco immobiliare Iris, che è al centro dell’inchiesta, deciso dal Riesame. Non è stato presentato alcun ricorso, invece, contro l’annullamento del sequestro dell’edificio situato in via Fratelli Bandiera, di proprietà dell’imprenditore Giovanni Miniero, assistito dall’avvocato Mario Griffo.

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