Donna ridotta in schiavitù nella sua abitazione a Curti, il rumeno indagato si difende e respinge tutte le accuse davanti al gip del Tribunale di Napoli: “Nessun sequestro e niente violenze”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino. Ad arrestarlo la Polizia dopo l’aggravamento delle accuse: l’uomo era già a processo con madre e sorella.
Curti, donna ridotta in schiavitù: l’indagato si difende
Si è difeso e ha respinto tutte le accuse davanti al gip del Tribunale di Napoli il 34enne rumeno Tonicel Ciurariu arrestato nei giorni scorsi dalla Polizia di Stato dopo la denuncia sporta dalla compagna, sua connazionale, con la quale lo accusava di gravi reati come violenza privata, tentata estorsione, sequestro di persona e riduzione in schiavitù.
Secondo l’accusa, che si ricollega ad una vicenda avvenuta nel 2017 dove sono già sotto processo l’uomo con madre e sorella, avrebbe tenuto segregata la compagna riuscita a scappare solo dopo sei anni da un’abitazione del Casertano. La donna, a causa dei continui maltrattamenti, si era allontanata da Caserta, ma nel settembre 2017 aveva subìto un vero e proprio sequestro di persona da parte del compagno, che l’ha trascinata nella sua auto, intimandole di non gridare e di non attirare l’attenzione. Subito dopo l’ha scortata a Curti dove, almeno fino al marzo 2023, l’avrebbe ridotta in schiavitù. Nell’arco di questi lunghissimi anni il rumeno l’avrebbe tenuta segregata in una stanza privandola di cibo e acqua e costringendola a rubare e a chiedere l’elemosina. Se i soldi che racimolava non erano abbastanza, veniva violentemente picchiata. In due occasioni, la donna è stata perfino accoltellata, con cicatrici ancora oggi visibili alla testa. A fine 2023, la vittima è riuscita a fuggire, portando con sé due dei quattro figli minori e trovando rifugio presso l’abitazione di una cognata. L’ex compagno però anche in quel caso la contattà via social intimandole di consegnargli 25mila euro minacciando di far del male a tutti i familiari. L’ex compagna si trasferì a Palermo a casa della madre. L’uomo si sarebbe però recato in Sicilia insieme a due familiari. Proprio in quell’anno avvenne poi il sequestro.