Caserta, Cronaca Caserta

Appiccava incendi e poi li segnalava: arrestato volontario della Protezione Civile

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È stato arrestato un volontario della Protezione Civile, ritenuto responsabile di quattro incendi appiccati sul Monte Maggiore. I carabinieri forestali di Calvi Risorta, unitamente a quelli dei reparti forestali di Alife e Caserta, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di N.M.R. 26enne, gravemente indiziato di incendi boschivi di natura dolosa.

Incendi sul Monte Maggiore, arrestato volontario della Protezione Civile

Dalle indagini svolte sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, avendo lo stesso cagionato quattro distinti incendi boschivi di natura dolosa, per una superficie complessiva di circa 38 ettari, ricadenti sui versanti collinari della catena denominata “Monte Maggiore”, nel comune di Camigliano.

Gli incendi sono stati consumati l’8 e il 9 agosto del 2020 e hanno riguardato terreni cespugliati e ricoperti di vegetazione arbustiva (macchia mediterranea) e da bosco quercino, nonché fondi utilizzati come pascoli a ridosso di aree boscate, situati tutti in zone soggette a vincolo paesaggistico ed idrogeologico, ricorrendo dunque l’aggravante di aver danneggiato un’area protetta, provocando un esteso nocumento all’ambiente.

Le indagini

Le indagini hanno preso spunto dagli iniziali accertamenti operati dai militari della stazione Carabinieri Forestale di Calvi Risorta che, attraverso l’esame delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, notavano il transito anomalo del veicolo in uso al 26enne, proprio nella fascia oraria compatibile con quella di accensione degli incendi. Il 26enne risulterà essere un volontario della Protezione civile di Camigliano, compagine che si occupa, tra l’altro, anche di coadiuvare le operazioni di spegnimento degli incendi boschivi nel territorio comunale.

I successivi approfondimenti investigativi, diretti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, attuati mediante l’analisi delle posizioni gps del tracker installata sull’autovettura dell’indagato e l’esame dei tabulati del traffico telefonico dell’utenza cellulare in uso al medesimo, sono risultati determinanti nell’accertare il coinvolgimento del 26enne nella dinamica incendiaria. Essi hanno infatti confermato che l’indagato si era portato ripetutamente con la propria autovettura in prossimità dei punti di insorgenza dei quattro incendi boschivi e negli orari compatibili con l’accensione degli stessi, per poi comunicarne l’avvenuto avvistamento in assoluto ritardo, proprio per non destare sospetti.

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