Ieri mattina è scoppiata la protesta dinanzi alla stabilimento Jabil, dopo i licenziamenti di massa: «Vergogna. Vergogna». 190 dipendenti sono rimasti senza lavoro e la tensione è di nuovo alle stelle.
Licenziamenti Jabil, la protesta
Dura replica sia al sindacato sia al Governo che ritengono illegittimi e nulli i licenziamenti per i 190 operai dello stabilimento di Marcianise. Sono subito ripartite le telefonate con i dirigenti sindacali nazionali e regionali: trepidanti le richieste per sapere di eventuali comunicazioni con il Ceo di Jabil negli Usa, Otto Bik. Qualcuno tra ironia e amarezza ha sollevato un foglietto con la scritta: «8 rispondi, siamo esseri umani e teniamo famiglia». Il nome scritto in numerici un chiaro riferimento al Ceo di Jabil, Otto Bik.
Giornata di sciopero
Presenti i 190 licenziati e i 350 lavoratori rimasti in forze in uno stabilimento per la produzione di schede elettroniche, con clienti in tutto il mondo, e che nel corso degli anni ha visto drasticamente ridursi la forza lavoro, dai 1.000 originari ai 350 che resteranno senza i 190 licenziati. La preoccupazione è che la richiesta di annullamento dinanzi a un tribunale farebbe scattare tempi tecnici per la sentenza e, per legge, nel frattempo i licenziati resterebbero senza il sussidio di disoccupazione.