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Maddaloni, Casagiove e Caivano: inchiesta per spaccio e soffiate al clan dei caivanesi, conclusasi l’ultima udienza

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Foto di repertorio

Una volta conclusasi la prima trance in Tribunale, correlata all’inchiesta per spaccio e informazioni fornite al clan dei caivanesi, è stato fissato il giorno del verdetto: in data 8 luglio si conoscerà il destino dei 20 imputati che – in totale – rischiano un secolo di carcere.

Rischiano un secolo di carcere

Stando a quanto riportano le indiscrezioni, per l’8 luglio è prevista, infatti, la sentenza al termine delle discussioni degli avvocati che sono proseguite durante la giornata di ieri, nel corso dell’ultima udienza, in attesa del pronunciamento dei giudici.

A prendere la parola, son stati i legali:

Tra una settimana e prima della sentenza, invece, sono previste le arringhe difensive dei legali:

Tra gli imputati vi era l’ex Carabiniere Lazzaro Cioffi, a processo da solo a Napoli, mentre la moglie Emilia D’Albenzio è comparso ieri in videoconferenza nel corso dell’udienza.

In video è apparso anche il ras Pasquale Fucito che rischie 20 anni di carcere, a lui potrebbe non bastargli il memoriale con le parziali ammissioni nella prima udienza atte ad ammorbidire l’accusa.

Le indagini della Procura della Dda di Napoli, raffigurano un Cioffi informatore che da al clan dei caivanesi degli spunti determinanti sulle indagini riservate e su imminenti perquisizioni destinate al ras del Parco Verde di Caivano, Pasquale Fucito.

I fatti risalgono a quando il 57enne Cioffi era ancora in forza al nucleo investigativo dei Carabinieri di Cisterna, ruolo ricoperto sino al giorno dell’arresto scattato il 19 aprile del 2018.

Si contesta, inoltre, a Cioffi di aver – in concorso con Fucito – effettuato una compravendita di un ristorante a Casagiove sulla Nazionale Appia, secondo l’accusa lo avrebbero acquistato a 60mila euro per poi rivenderlo a 120mila euro al ras.

Ecco le richieste di condanna

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