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Emergenza case popolari a Maddaloni: procedure ferme e richieste in aumento

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A Maddaloni, presentate 284 domande per quattro alloggi, ma le procedure restano bloccate. La domanda rispetto all‘offerta è troppo elevata. Questa sproporzione evidenzia una fame di alloggi a canoni calmierati che non trova risposte adeguate.

Maddaloni, emergenza case popolari: burocrazia bloccata e famiglie in attesa

A Maddaloni, l’emergenza abitativa è sempre più pressante. La piattaforma telematica della Regione ha ricevuto ben 284 domande per l’assegnazione di soli quattro alloggi popolari disponibili.

Le famiglie, tutte in possesso dei requisiti socio-economici necessari, sperano di ottenere uno degli alloggi o almeno di entrare in graduatoria per una quota dei 1.200 alloggi popolari cittadini. Tuttavia, la mancanza di un censimento aggiornato degli immobili sfitti o in via di liberazione complica la situazione, lasciando molte richieste inevase.

La direttiva del Viminale ha ordinato un’immediata ricognizione degli immobili abbandonati, in collaborazione con le amministrazioni comunali e gli uffici competenti. Tuttavia, il compito di rispondere in materia di subentri, volture, sanatorie e assegnazioni spetta al Comune, ma le procedure sono bloccate. L’Acer, proprietario e gestore degli alloggi popolari, rimanda l’avvio delle procedure all’Ente locale.

Il segretario provinciale del Sunia, Ciro Cortese, lancia l’allarme e chiede lo sblocco immediato delle procedure di assegnazione, subentri e sanatorie. Propone inoltre l’istituzione di un “ufficio casa” presso i servizi sociali, l’unico strumento capace di fornire informazioni utili sulle occupazioni, l’esistenza di alloggi sfitti e la possibilità di assegnarli agli aventi diritto. La semplice repressione degli abusi edilizi e il censimento non sono sufficienti: servono risposte concrete.

Il sindaco De Filippo, pur riconoscendo l’emergenza, sottolinea la necessità di collaborare con l’Acer per verificare chi occupa gli alloggi e se ne ha il diritto. Annuncia la riattivazione dell’osservatorio per la programmazione e la nomina dei componenti integrativi, tra cui consiglieri comunali e delegati sindacali.

Secondo il Sunia, sia il Comune che l’Acer devono collaborare per procedere all’assegnazione degli alloggi sfitti. Anche Sicet-Cisl e Uniat-Uil chiedono da tempo lo sblocco delle procedure e l’aggiornamento dell’anagrafe degli assegnatari e dei subentri. Il Comune, dal canto suo, ribatte che sta mettendo in campo gli strumenti necessari per intervenire dopo decenni di paralisi, guardando anche al futuro con nuovi modelli abitativi.

Tra i progetti futuri, il sindaco cita l’avvio della redazione dei “Piani di recupero del centro storico” per ripopolare l’area pedemontana attraverso soluzioni di housing sociale sostenibile. L’obiettivo è quello di offrire alloggi popolari vivibili nel centro urbano, evitando la creazione di casermoni ghetto nelle periferie.

In conclusione, mentre le procedure rimangono ferme e le competenze vengono discusse, l’emergenza abitativa a Maddaloni continua a crescere. Le famiglie in attesa di un alloggio popolare sperano in una rapida risoluzione delle problematiche burocratiche per poter finalmente avere una casa dignitosa.

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