Caserta, Cronaca Caserta

Maddaloni, militare della Marina morto a causa dell’esposizione all’amianto: famiglia riceve risarcimento di un milione di euro

Omicidio Scafati condannato Aniello Palumbo
Immagine di repertorio
Omicidio Scafati condannato Aniello Palumbo

La famiglia di un militare della Marina, Clemente Crisci originario di Maddaloni, morto a causa dell’esposizione all’amianto ha ricevuto il risarcimento di un milione di euro. La tragedia è avvenuta nel 2015, a casa di un mesotelioma.

Maddaloni, morto a causa dell’esposizione all’amianto: risarcimento

Il Tribunale Civile di Roma ha ordinato al Ministero della Difesa di risarcire con un milione di euro la famiglia di Clemente Crisci, sottocapo nocchiere della Marina Militare, originario di Maddaloni, in provincia di Caserta. Crisci è deceduto il 19 agosto 2015 a causa di un mesotelioma pleurico, riconosciuto dalla sentenza come conseguenza dell’esposizione all’amianto durante il servizio.

Clemente Crisci ha prestato servizio su diverse navi di vecchia generazione della Marina Militare dal 1966 al 1971. In quel periodo, è stato esposto per 24 ore al giorno a concentrazioni elevate e non controllate di amianto, presenti nei locali motori, nei corridoi, nelle condotte di scarico e nelle aree di vita. Nel 2014 gli è stata diagnosticata la malattia, che ha portato alla sua morte l’anno successivo.

“Ricordo Clemente Crisci, gravemente malato, molto scettico riguardo alla possibilità di ottenere il riconoscimento contro il Ministero della Difesa. Si sentiva tradito come uomo, cittadino e militare, consapevole del fatto che la sua vita stava per finire. Conservo il ricordo di un’ultima telefonata prima della sua morte, in cui la sua voce rivelava una profonda mancanza d’aria e ossigeno,” ha dichiarato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia del militare.

“Dopo la sua scomparsa, durante un’assemblea di vittime dell’amianto a Napoli, presero la parola la vedova e una delle figlie. Ricordo il loro profondo sconforto, la tristezza e la disperazione che trasmettevano. Ci sentivamo impotenti di fronte a questa perdita e al potere dello Stato e della Marina Militare, che all’epoca non avevano ancora riconosciuto i diritti delle vittime. Oggi, però, abbiamo ottenuto una sentenza definitiva. Anche se questo non restituirà Clemente né riporterà indietro i loro cari – conclude Bonanni – rappresenta un importante punto di svolta, poiché porterà alla bonifica definitiva delle navi della marina dall’amianto, contribuendo così a salvare vite umane.”

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