Maddaloni, usura ai danni di un netturbino e di un imprenditore: due arresti. Gli indagati sono Alfonso Caffarelli e Ferdinando Cioffi.
Due arresti per usura a Maddaloni
In data odierna i Carabinieri della Stazione di Maddaloni hanno dato esecuzione a due ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, richiesta da questo Ufficio e disposta dal G.i.p. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di CAFFARELLI Alfonso classe 1948 e CIOFFI Ferdinando classe 1955, originari di Maddaloni, ritenuti gravemente indiziati dei reati di usura (art. 644 co.1 e 5 nr.3) ed estorsione aggravata (artt. 629 — 61 n.2 c.p.), delitti commessi ai danni di un operatore ecologico del Comune di Maddaloni e di un imprenditore edile.
Le indagini sono originate dalla denuncia sporta dall’operatore ecologico nel mese di marzo 2018, it quale riferiva dettagliatamente due episodi di usura ed estorsione aggravata patiti da parte degli indagati CAFFARELLI e CIOFFI.
Nello specifico, alla richiesta fatta al primo di un prestito di 500 euro, infatti, venivano richiesti complessivamente oltre 3500 euro, comprensivi di capitale ed interessi. A seguito della mancata corresponsione degli interessi usurari ed al fine di porre termine al comportamento persecutorio del CAFFARELLI, la vittima richiedeva a CIOFFI (suo collega di lavoro) un prestito di circa 200 euro, a fronte della cui somma venivano richiesti interessi per 1300 euro.
La celere investigazione svolta da parte della Stazione dei Carabinieri consentiva di accertare un ulteriore caso di usura ed estorsione, patito questa volta da un imprenditore edile della zona, il quale si era rivolto al CAFFARELLI nel 2009 per ottenere liquidità in tempi brevi (41.500 euro), salvo poi dover restituire la somma di 58.500 – in rate mensili da mille euro — a seguito della minaccia di ritorsioni fisiche ai danni della sua persona, nonchè della propria figlia e della consorte.
Le minacce venivano perpetrate, tra l’altro, anche dalla coniuge del CAFFARELLI, deputata all’incasso delle somme usurarie, persona indagata nell’ambito del procedimento penale. La genuinità del racconto del denunciante, unita alle sommarie informazioni di numerosi testimoni ed ai riscontri forniti dall’attività investigativa svolta, anche di natura tecnica, ha consentito di raccogliere gli elementi utili all’emersione di una grave compendio indiziario e, conseguentemente, all’emissione delle misure cautelari personali.