Dopo Nicola Fiorillo, i carabinieri ora cercano i complici dell’uomo accusato di pedofilia. Inizialmente fermato per la gran quantità di video pornografici. Ora il quadro si allarga, ed emergono nuovi ed inquietanti particolari sulla doppia vita di Nicola Fiorillo.
Dopo Nicola Fiorillo, si cercano i complici
Il vaso di Pandora si è scoperchiato quando, il 18 maggio del 2018, quando Fiorillo si è presentò ai carabinieri sanguinante e urlando. Qualcuno lo voleva uccidere. Poco dopo, però, i militari scoprirono che si era ferito da solo. Per arrivare in caserma, aveva sequestrato un tassista e lo aveva costretto ad accompagnarlo dai carabinieri sotto la minaccia di una pistola. Fiorillo fu arrestato per il sequestro e per l’arma. I carabinieri scoprirono anche che la persona che voleva ucciderlo era il patrigno di una delle sue vittime. L’uomo aveva appreso dal figliastro, 16enne, che Fiorillo lo pagava per avere rapporti sessuali. Quando il ragazzo aveva interrotto i rapporti, lo aveva minacciato di divulgare in rete un video in cui aveva registrato i loro amplessi.
La videoteca pedopornografica
Fiorillo, originario di Trentola Ducenta, nel casertano, si è poi scoperto, registrava gli incontri hard con minori consenzienti che pagava con dosi di cocaina o soldi. Lo fece anche con altre vittime. Iniziarono le indagini che hanno portato alla scoperta di oltre 4mila file di natura pedopornografica nel pc di Fiorillo e ai 40 filmati che lo ritraggono in comportamenti intimi con decine di minorenni del suo paese. Da due giorni, il 48enne è in carcere a Tenerife dov’era fuggito quando, condannato per la storia del sequestro del tassista, ottenne la scarcerazione. La polizia spagnola lo ha bloccato mentre si preparava a prendere un volo per il Brasile dove aveva programmato di rifarsi una vita. Le procedure per l’estradizione sono già iniziate.
È caccia ad altri pedofili legati a Fiorillo
Ma mentre si attivano i canali diplomatici per il rimpatrio del fuggitivo, continuano le indagini. La Procura di Napoli sta facendo analizzare le migliaia di file trovati sul pc dell’indagato per identificare le vittime minorenni che compaiono nei video e nelle foto, ma soprattutto per scovare gli uomini di mezza età che compaiono nei video. Le indagini, in capo al pool reati sessuali diretto dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, sono affidate ai carabinieri della compagnia di Aversa, agli ordini del maggiore Terry Catalano, coordinati dal sostituto procuratore Cristina Curatoli.
Le analisi sul pc di Fiorillo
Le verifiche informatiche sono finalizzate anche a chiarire la provenienza e la destinazione delle migliaia di file in cui compaiono soggetti non ancora identificati. I video girati da Fiorillo in casa sua non sono stati messi in rete, almeno secondo quanto emerso finora, ma utilizzati per ricattare i minorenni. Altra storia, invece, le immagini in cui compaiono sconosciuti, la cui storia è tutta da ricostruire. Le immagini a contenuto pedopornografico forse scaricate da internet, acquistate su deepweb.
Il Fiorillo regista, si cercano i complici
Fiorillo autoproduceva i filmini hard con se stesso protagonista, si può escludere che possa averli girati dopo essersi accordato con altri pedofili. Il lavoro d’indagine punta a chiarire anche questo aspetto, benché sia molto difficile, anche per gli esperti, districarsi nella matassa del web dove spesso, le condivisioni continue e l’accesso da indirizzi ip non rintracciabili, rendono impossibile risalire al primo divulgatore di materiale pedopornografico. A ogni modo, quando Fiorillo sarà in Italia, dove la Procura di Napoli intende processarlo per atti sessuali con minore e detenzione di materiale pedopornografico, potrebbe decidere di collaborare per alleggerire la sua posizione e fornire informazioni utili alle indagini. Ipotesi, niente di più.
Al momento Fiorillo è in carcere, a Tenerife, e non ha ancora parlato con i magistrati italiani.