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La Nuroll spa licenzia un operaio per aver cercato di assentarsi dal lavoro approfittando dell’emergenza coronavirus

Nuroll spa Pignataro

Nei giorni scorsi, si era diffusa la notizia del licenziamento di un operaio della Nuroll spa di Pignataro, azienda turca che produce nastri in plastica. Il motivo comunicato era stato che la moglie dell’operaio Giovanni Luca Teratone, in quanto infermiera al carcere di Secondigliano, era a contatto con i pazienti contagiati dal coronavirus.

Licenziato per presunto contagio della moglie? No, voleva assentarsi dal lavoro approfittando del coronavirus

L’azienda, tuttavia, ha chiarito la propria posizione, facendo sapere che Giovanni Luca Teratone non è stato licenziato perché la moglie lavora nel carcere, dove ci sono stati tre casi di positività al Covid-19, ma perché “oltre a non essersi attenuto alla procedura interna in caso di sospetto di contagio, ha cercato di approfittare della situazione di emergenza in corso, comunicando alla società di essere stato esposto a rischio di contagio, pur sapendo che ciò non era vero ed al solo fine di potersi assentare dal lavoro”.

In base a quanto comunicato ufficialmente dalla Nuroll spa, il 3 aprile sorso l’operaio aveva chiesto di potersi assentare dal lavoro per alcuni giorni, sino all’esito del test cui avrebbe dovuto essere sottoposta la moglie, giustificando tale richiesta col fatto che la moglie avrebbe dovuto essere sottoposta a tampone il successivo lunedì, 6 aprile, perché esposta a rischio di contagio. Nel messaggio inviato al riguardo dall’operaio, era scritto che “ci sono delle persoen con cui lavora risultate positive, una di queste è in rianimazione”.



Come da normative nazionali e da protocollo aziendale, la Nuroll spa ha subito posto in atto tutte le misure previste per una simile ipotesi, come l’allontanamento del lavoratore con invito a rivolgersi al proprio medico, comunicazione all’apposito numero verde regionale, sanificazione straordinaria del sito.

È poi emerso che quanto dichiarato dall’operaio per assentarsi dal lavoro non era verso, perché la moglie non doveva sottoporsi a tampone il lunedì successivo, né in altro giorno. E, come dichiarato dallo stesso nel corso dell’audizione disciplinare, la moglie non era stata a contatto con le persone contagiate nel carcere di Secondigliano, tanto da aver continuato a recarsi al lavoro anche dopo la scoperta dei contagi.

Quanto sopra risulta dalla lettera di contestazione, in cui sono riportati anche i messaggi WhatsApp inviati dall’operaio, e dalla lettera di licenziamento.

La Nuroll spa non ha mai considerato negativamente il fatto che la moglie dell’operaio lavorasse in un carcere al centro dell’emergenza e, al contrario, per tale ragione ha dato allo stesso mascherine e scudo in più perché le potesse dare alla moglie, che ne era priva, così come ha fornito mascherine in più a tutti i dipendenti perché potessero darle ai propri familiari.

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