Caserta, Cronaca Caserta

Omicidio Giovanni Parente, condannato all’ergastolo Francesco Schiavone

Omicidio Giovanni Parente ergastolo Francesco Schiavone
Francesco Schiavone "Sandokan" e suo cugino omonimo
Francesco Schiavone "Sandokan" e suo cugino omonimo

Dopo 28 anni, Francesco Schiavone, detto “Cicciariello” storico boss del clan dei Casalesi, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giovanni Parente, titolare di un’attività di pompe funebri ucciso nel settembre 1996 a Santa Maria la Fossa perché si oppose al monopolio del clan sui funerali. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Omicidio Giovanni Parente, ergastolo per Francesco Schiavone

Dopo 28 anni dai fatti e un rimpallo tra la Corte di Appello e la Cassazione, è stata confermata dagli ermellini, in via definitiva, la condanna all’ergastolo per Francesco Schiavone detto “Cicciariello”, storico boss del clan dei Casalesi nonché cugino omonimo del capo della cosca Francesco Schiavone noto come “Sandokan”.

Cicciariello insieme ad altri, anche condannati ed alcuni pentiti – era accusato dell’omicidio di Giovanni Parente, titolare di un’attività di pompe funebri ucciso nel settembre 1996 a Santa Maria la Fossa. Parente si oppose al monopolio del clan sui funerali, ovvero al racket cosiddetto del “caro estinto”.

In particolare, Parente non volle lasciare un funerale ad una ditta concorrente e vicina ai Casalesi, e per questo il clan ne decise l’eliminazione. L’agenzia concorrente era quella di Lucia Setola, suocera di Antonio Papa, all’epoca vicino al clan Mezzero. Lo scontro tra pompe funebri sfociò anche in un agguato nel cimitero.

Secondo l’accusa, ad ordinare quel delitto furono Sandokan e Cicciariello e la prova sarebbe in un pizzino, mai ritrovato, che Sandokan – anch’egli condannato in appello all’ergastolo – inviò al cugino e in cui ribadì i problemi che stavano emergendo nel Basso Volturno, area controllata da Cicciariello, in particolare nel settore delle pompe funebri.

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