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Ragazzo ferito in Cilento, il proprietario dell’arma si difende: “È caduto sul mio coltello”

Ragazzo Caserta accoltellato Marina Camerota difende 19enne venezuelano

Simone Ardò

Il proprietario del coltello che ha ferito Simone Ardò è un 19enne venezuelano, denunciato a piede libero. Accompagnato dal suo avvocato, Marco Colucci, il giovane si è presentato presso la stazione dei carabinieri di Marina di Camerota, fornendo una versione dei fatti diversa da quella emersa finora. Secondo il suo racconto agli inquirenti, il 21enne di Maddaloni, che è stato operato d’urgenza all’ospedale di Vallo della Lucania e sta ora recuperando, sarebbe caduto sul coltello che lui teneva in mano, dopo una colluttazione verbale e fisica con due ragazzi minorenni, di 16 e 17 anni. Questi ultimi sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio per aver ferito Simone alla testa e al volto con cocci di una bottiglia di vetro rotta.

Ragazzo di Caserta accoltellato a Marina di Camerota, si difende il 19enne venezuelano

Il 19enne venezuelano, amico di uno degli arrestati e cameriere stagionale nel ristorante del padre, vive a Milano da molti anni ed è noto alle forze dell’ordine per la sua appartenenza a una baby gang di sudamericani attiva nel capoluogo lombardo. Tuttavia, il suo racconto non convince del tutto gli inquirenti, che stanno cercando di fare chiarezza su quanto accaduto la sera prima dell’aggressione, avvenuta all’esterno di una discoteca di Marina di Camerota. Si ipotizza che il diverbio sia nato per futili motivi, forse uno sguardo di troppo, tra un amico di Simone e uno degli arrestati.

Le condizioni di Simone stanno migliorando giorno dopo giorno. I medici sono molto fiduciosi e il ragazzo ha ripreso a sorridere. “È difficile dimenticare, ma devo provare a ritrovare un po’ di serenità. Ho vissuto un incubo” racconta. La convalescenza sarà lunga, ma Simone può contare sul sostegno della famiglia: il fratello, la madre Maddalena e soprattutto il padre Michele, che gli è stato sempre accanto.

Ieri mattina, Michele si è allontanato per qualche ora insieme all’avvocato di famiglia, Nicola Lombardi, per alcuni adempimenti presso la caserma dei carabinieri di Marina di Camerota. Nonostante la preoccupazione per il lungo percorso post-operatorio, Michele si dice leggermente più tranquillo grazie al miglioramento delle condizioni di Simone. “È chiaro che mio figlio è stato colpito da qualcuno che sa manovrare un coltello. Il taglio, come mi ha spiegato il medico, è stato eseguito dal basso verso l’alto, segno di un vero professionista. Per il resto, confido nel lavoro della magistratura. Posso solo dire che mio figlio è stato miracolato; abbiamo rischiato di perderlo. Un ragazzo è stato denunciato a piede libero e altri due sono in un centro di prima accoglienza per minori, in attesa della decisione del giudice del Tribunale dei minori di Salerno. Le indagini faranno il loro corso. L’unica cosa che mi fa star bene ora è che Simone comincia a sorridere di nuovo e sta facendo passi da gigante”.

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