A San Marcellino i carabinieri hanno scoperto un capannone abusivo. Pochi giorni prima della fine del 2022 c’è stato un sopralluogo dell’ingegnere Michele Di Luise, responsabile dell’Area Tecnica del Comune di San Marcellino, congiuntamente al personale della locale Stazione dei Carabinieri, per verificare alcuni abusi edilizi relativi al lotto di terreno in via Ragusa.
Sequestrato capannone abusivo a San Marcellino
La particella di terreno, oggetto di accertamento, ha un’estensione di circa 987,00 mq, di forma pressochè rettangolare, ed ha accesso da via Ragusa e mediante l’immobile di Corso Italia. All’interno dell’area è stato trovato un “capannone”, realizzato con struttura portante metallica e sovrastante copertura con lamiere grecate metalliche, composto dall’assemblamento di varie strutture metalliche, facendo assumere allo stesso una forma irregolare, la dimensione è di circa 100 mq, con un’altezza minima di circa di 4,5 metri. Ma non solo perché c’è anceh un muro di cinta di 30 metri per 2 metri di altezza e poi anche un manufatto realizzato con struttura metallica e lamiere grecate a completa chiusura perimetrale e della copertura. Il problema è che è tutto completamente abusivo. Dall’ordinanza emerge che “gli interventi e le opere di ristrutturazione edilizia sono stati eseguiti in assenza di permesso o in totale difformità da esso” e quindi devono essere “rimossi ovvero demoliti”. Nel provvedimento si ordina “di ripristinare lo stato dei luoghi preesistente mediante la demolizione delle opere realizzate abusivamente”.
In caso di inottemperanza all’ordine impartito il Comune procederà senza ulteriore avviso, secondo quanto disposto dal Decreto del Presidente della Repubblica, nonché dai regolamenti e strumenti urbanistici comunali e delle relative norme regionali in materia. Se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi o richiedere ogni atto autorizzativo previsto dalla normativa vigente nel termine di 90 giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune. L’area acquisita non può comunque essere superiore a dieci volte la complessiva superficie utile abusivamente costruita.