Caserta

La terra trema al risveglio paura, crolli e scuole chiuse. Scossa di magnitudo 3.6 alle 7,33 nel casertano

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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Scossa di magnitudo 3.6 alle 7,33 nel casertano con epicentro a Roccamonfina. Crolli e scuole chiuse.

La terra trema al risveglio paura, crolli e scuole chiuse

Ieri mattina, alle 7:33, una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 ha scosso l’Alto Casertano. Per alcuni istanti, che sono sembrati interminabili, la terra ha tremato. Fortunatamente, non si sono verificati né morti né feriti. Secondo alcune testimonianze, il sisma è stato preceduto da un forte boato e da una scossa più lieve, quasi impercettibile. L’epicentro è stato individuato a due chilometri a nord-ovest di Roccamonfina, nell’area del cratere dell’omonimo vulcano, inattivo da almeno cinquantamila anni, a una profondità di circa tre chilometri.

L’evento è stato registrato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e localizzato dalla sala sismica di Roma. Si è trattato di un terremoto superficiale, che lo ha reso maggiormente avvertibile e potenzialmente più dannoso per edifici e infrastrutture. La scossa è stata sentita non solo nell’area dell’epicentro, ma anche nei comuni vicini come Sessa Aurunca, Galluccio, Teano, Conca della Campania, Mignano Monte Lungo, Vairano Patenora e in alcuni comuni del Basso Lazio. Il sisma è stato avvertito anche a Napoli e in vari centri della provincia di Napoli e del Casertano.

A Roccamonfina, la paura è stata forte: molte persone sono scese in strada o si sono rifugiate nei giardini delle loro case, nonostante il freddo vicino allo zero e la pioggia, anche mista a neve, che stava cadendo in quel momento. Molti sono stati sorpresi dal terremoto mentre dormivano, altri mentre si stavano preparando per affrontare la giornata lavorativa. Altri erano già al lavoro o in procinto di accompagnare i figli a scuola. Per fortuna, non si sono registrati danni alle persone, ma solo un grande spavento e molta preoccupazione.

Le verifiche del caso

Il sindaco Carlo Montefusco ha prontamente disposto la chiusura di tutte le scuole, dichiarato lo stato di emergenza e attivato il Centro Operativo Comunale, coordinando direttamente le operazioni insieme ai tecnici dell’ente per verificare i danni e controllare la sicurezza degli edifici e delle abitazioni. Fortunatamente, non sono stati riscontrati danni rilevanti.

Una porzione del tetto di una casa è crollata, ma fortunatamente nessuno è rimasto ferito, poiché l’immobile viene utilizzato come seconda casa. In altre strutture, per lo più abitazioni disabitate, edifici molto vecchi o ruderi, sono stati segnalati cedimenti di pietre, calcinacci, tegole, detriti, la formazione di piccole fessure e danni a tetti e comignoli. Al piano terra della scuola media “Nicola Amore” sono state segnalate lesioni e la caduta di calcinacci. I tecnici sono al lavoro per completare le verifiche e gli accertamenti. In serata è stata presa la decisione di chiudere le scuole fino a venerdì. Le squadre dei vigili del fuoco, le ditte locali e i volontari della protezione civile hanno immediatamente avviato la rimozione dei detriti.

Le reazioni e la paura

Nella tarda mattinata, passeggiando per piazza Nicola Amore il cuore di Roccamonfina, cittadina che conta poco più di 3.600 abitanti e si estende su una superficie di quasi 11.000 ettari a ridosso del cratere del vulcano spento, sembrava una mattinata come altre. Lo spavento è stato però forte tra la gente a passeggio o impegnata nelle attività di ogni giorno si avvertiva la preoccupazione. “È stato un brutto risveglio. Non ho pensato subito al terremoto, anche perché qui è da decenni che non si verifica un evento sismico. Ho avuto paura e sono uscito per strada”, racconta Adolfo Di Pippo. “È stato un forte scossone. Ci ha fatti spaventare», gli fa eco una donna. Qualche altro parla di «casa che faceva rumore, come fosse un aereo”.

Il terremoto rischia di ridestare vecchi timori, anche per la presenza incombente ma dormiente del vulcano. Qualcuno teme uno sciame, anche se dopo l’evento delle 7.33 non si sono registrate altre scosse se non a livello strumentale, ovvero avvertite solo dai sismografi. “L’Appennino è in estensione e di eventi sismici come questo di Roccamonfina ce ne sono circa duecento all’anno in Italia. Non è un grosso problema che sia stato superficiale. Episodi così devono essere considerati come una sorta di vaccino per fare prevenzione e avere case che resistano ai terremoti”,  ha spiegato il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni.

Le attività didattiche ieri sono state sospese anche a Sessa Aurunca, Mignano Monte Lungo, Marzano Appio, Conca della Campania, Vairano Patenora, Pietravairano, Teano, Vitulazio, Teano, Falciano del Massico e Carinola. I rispettivi sindaci hanno avviato i rilievi necessari nei plessi per accertarne la staticità. Non sono stati evidenziati danni e già oggi in questi centri le lezioni riprenderanno regolarmente. Le scuole sono rimaste aperte invece a Mondragone e a Cellole. Qui, il sindaco Guido Di Leone ha motivato la scelta con la volontà “di non creare disagi alle famiglie che lavorano”. Anche la Provincia ha tempestivamente avviato le verifiche tecniche su strade, viadotti e scuole superiori, concentrandole in particolare nell’area interessata dal sisma, senza riscontrare danni.

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