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Scarichi abusivi e gestione illecita dei rifiuti a Caserta, sequestro di un’azienda a Caivano

sequestro azienda caserta 12 dicembre

Foto di repertorio

Scarichi abusivi e gestione illecita dei rifiuti in diversi comuni della provincia di Caserta: i carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, insieme al personale del Comando Provinciale di Napoli hanno posto sotto sequestro un’azienda.

Caserta, sequestro di un’azienda

I Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, insieme al personale del Comando Provinciale di Napoli, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli Nord. La società in questione gestiva i rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata (plastica, carta e cartone) per 75 comuni nelle province di Napoli, Caserta e Salerno.

Le aziende

L’attività principale della società, che si estende su una superficie di circa 40.000 metri quadrati, è il recupero di carta e cartone, seguita dalla loro trasformazione in Materia Prima Seconda (MPS), comunemente nota come “End of Waste”. Gli altri rifiuti ricevuti, prevalentemente costituiti da plastica, vengono invece pressati in balle per essere inviati al recupero presso impianti specializzati; la parte non recuperabile viene destinata allo smaltimento. Per queste operazioni di gestione, l’azienda riceve un contributo dai rispettivi Consorzi di filiera, ovvero Co.Re.Pla. (Consorzio Recupero Plastica) e Comico (Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica), di cui funge da piattaforma specializzata.

Le indagini

Le indagini, condotte dalla Procura di Napoli Nord e affidate ai Carabinieri del NOE di Napoli, in collaborazione con l’Arpa Campania, hanno rivelato che l’azienda gestiva i rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata in modo non conforme all’autorizzazione ricevuta. Sono stati dichiarati come recuperati rifiuti che, in realtà, non lo erano, venendo così immessi illegalmente nel circuito delle MPS (materie prime seconde), senza rispettare i requisiti di legge stabiliti.

Dalle indagini condotte riguardo all’attività di recupero menzionata, è emerso che i materiali classificati dall’azienda come “End of Waste” e, pertanto, potenzialmente rifiuti già sottoposti a recupero, non potevano essere considerati prodotti idonei al reimpiego. Questo perché risultavano privi delle necessarie caratteristiche merceologiche e presentavano numerose impurità. Inoltre, sono state riscontrate anomalie anche nelle acque reflue, in quanto è stato accertato che queste, tramite tubature e pozzi scolmatori non autorizzati, bypassavano l’impianto di trattamento chimico-fisico-biologico, confluendo direttamente nel collettore della zona ASI senza il previsto processo di depurazione.

Nella motivazione del provvedimento cautelare reale, è stato sottolineato che la libera disponibilità del gruppo societario potesse agevolare la continuazione dell’attività illecita, con il rischio di un ulteriore aggravamento dei danni ambientali. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta di questo Ufficio di Procura, ha nominato un amministratore giudiziario incaricato di gestire l’attività necessaria per garantire il rispetto delle prescrizioni stabilite dagli organi tecnici, al fine di riportare l’operato dell’azienda in conformità con le normative vigenti e con quanto previsto dall’atto autorizzativo.

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