Una tromba d’aria provoca il crollo di una luminaria: nel processo per la morte di Michele Bosso, un uomo di 81 anni di Sessa Aurunca, è stato ascoltato il comandante della polizia municipale che ha dichiarato di “non aver consultato il bollettino meteo, eravamo impegnati nella processione”.
Crollo di una luminaria, Michele Bosso morto: il processo
Nell’incidente, l’ex professore Michele Bosso, 81 anni, ha perso la vita. Una donna è rimasta gravemente ferita. Sono attualmente sotto processo i responsabili della ditta incaricata del montaggio e l’ingegnere che li ha seguiti. “Abbiamo controllato il bollettino meteo regionale solo intorno alle 13, poiché prima eravamo occupati con la processione”. Queste sono le parole del comandante della polizia municipale di Sessa Aurunca, Pasqualino Emerito, durante il processo contro i dirigenti della ditta ‘D’errico Lightning Srls’ e l’ingegnere a loro associato, accusati di omicidio colposo per la morte di Michele Bosso, travolto da una luminaria il 31 marzo 2018 durante le celebrazioni pasquali in piazza XX Settembre. Anche una donna è rimasta ferita nell’incidente.
Davanti al giudice monocratico Patrizia Pellegrino, il testimone ha riconosciuto di non aver consultato immediatamente il bollettino meteo regionale, che già dal 29 marzo 2018 raccomandava cautela a causa dell’arrivo di forti raffiche di vento, esortando le forze dell’ordine a verificare la stabilità di impalcature, luminarie, cartellonistica, segnali e alberi. La comunicazione è stata letta solo nel pomeriggio, poiché tutti i membri del comando erano occupati con il servizio di ordine pubblico per la processione dei Misteri. Questo è quanto è emerso dall’interrogatorio del testimone. Si tornerà in aula a maggio per ascoltare altri testimoni della Procura.
Il processo
Sono stati messi sotto processo Enrico D’Errico, Paride D’Errico, Giovanna D’Errico e Antonio Fava, accusati di omicidio colposo. Secondo la Procura di San Marzano, Giovanna D’Errico, in qualità di amministratrice della ditta D’Errico Lighting Srls, insieme a Enrico e Paride D’Errico, responsabili tecnici della società, e Angelo Fava, ingegnere incaricato di supervisionare l’installazione e il montaggio di pali in legno privi di certificazione e con evidenti fessurazioni e carie, avrebbero omesso di adottare le necessarie precauzioni per garantire un ancoraggio sicuro dei supporti delle luminarie. Questi ultimi, collocati in una “gola artificiale” esposta a forti raffiche di vento, si sono staccati dai supporti durante un temporale, causando la morte di Michele Bosso.
Dopo essere stato colpito dalle luminarie, è deceduto a causa di un arresto cardiocircolatorio, conseguente alle gravissime lesioni subite al torace e agli arti inferiori, oltre al grave shock traumatico che ne è derivato. Nel collegio difensivo, gli avvocati Mauro Iodice, Luigi Trocciola, Luigi Iannettone e Antonio Tommasino difendono gli imputati. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Raffaele Ciccaglione.