Il caso delle presunte molestie al Tg1, legato alle accuse della giornalista Dania Mondini nei confronti di sei colleghi, si è concluso con il proscioglimento degli imputati. La giudice Angela Gerardi ha dichiarato che non ci sono prove sufficienti a supportare le denunce di comportamenti persecutori. Secondo la decisione del tribunale, le accuse di Mondini sono risultate prive di fondamento.
Caso flatulenze al Tg1, indagati prosciolti dal tribunale
Mondini, conduttrice del Tg1, aveva accusato alcuni colleghi e superiori di emarginazione, descrivendo in particolare l’obbligo di condividere una stanza con un giornalista che soffriva di problemi intestinali. Nonostante le sue denunce, i sei giornalisti coinvolti sono stati prosciolti perché “il fatto non sussiste“.
La giudice ha ritenuto che, sebbene fossero emerse tensioni nel contesto lavorativo, non ci fosse alcuna prova di persecuzione nei confronti della giornalista. I testimoni hanno confermato che vi erano delle difficoltà sul posto di lavoro, ma non hanno supportato le accuse di molestie o comportamenti persecutori.
La vicenda
Il procedimento, avviato nel 2018, si è concluso dopo sei anni con il proscioglimento degli imputati. Durante il processo, Mondini aveva raccontato di un cambiamento nel trattamento nei suoi confronti a partire dal 2017, quando Andrea Montanari fu nominato direttore del Tg1.
Secondo la sua testimonianza, le sue mansioni vennero ridotte e le venne impedito di scrivere i testi per le edizioni, riducendola a semplice “speaker“. In seguito, la giornalista ha dichiarato che alcuni colleghi le avrebbero fatto notare che Montanari voleva sistemare una persona a lui vicina per la conduzione mattutina del telegiornale, il che avrebbe portato a un suo trasferimento.
Il racconto della Mondini
Mondini ha inoltre raccontato di essere stata costretta a lavorare con un collega problematico, a causa del quale, secondo lei, veniva chiamata una stanza con il suo nome. La giornalista ha affermato di non aver ricevuto incarichi e di essere stata minacciata di conseguenze se non avesse accettato di lavorare nella stanza con il collega.
Durante una riunione, le sarebbe stato detto che non obbedire a tali disposizioni avrebbe avuto ripercussioni sulla sua carriera. La giornalista ha anche sollevato altri presunti comportamenti inappropriati da parte di alcuni colleghi, inclusi sospetti di dossieraggio e atteggiamenti equivoci verso le colleghe.
Tuttavia, le accuse di Mondini non sono state ritenute supportate da prove concrete, portando alla decisione finale di proscioglimento per i sei giornalisti coinvolti.