Il gup di Firenze, Sara Farini, ha deciso il proscioglimento di Matteo Renzi e di altri dieci imputati nell’inchiesta legata alla fondazione Open. La struttura, creata per sostenere le iniziative politiche dell’allora segretario del Partito Democratico e oggi leader di Italia Viva, era al centro di un’indagine per presunte irregolarità nei finanziamenti ricevuti.
Caso Open, Renzi e gli altri indagati prosciolti
Con Renzi, sono stati prosciolti anche Maria Elena Boschi, l’ex ministro Luca Lotti, l’imprenditore Marco Carrai, l’avvocato Alberto Bianchi e altri membri del cosiddetto “Giglio magico”. L’indagine riguardava la presunta configurazione di Open come un’articolazione del partito, con una gestione finanziaria non trasparente, accusa che il tribunale ha ritenuto infondata.
Matteo Renzi ha accolto con soddisfazione la sentenza, definendo l’inchiesta un “incredibile scandalo”. L’ex premier, visibilmente sollevato, ha dichiarato:
“Ho quasi cinquant’anni e negli ultimi cinque sono stato trattato come un appestato per l’incredibile inchiesta Open. Uno scandalo assoluto per chiunque avesse letto le carte. Oggi arriva la notizia: prosciolto. Prosciolti io, Maria Elena, Luca e tutti gli altri. Ora, molti dovrebbero scusarsi, a partire da Giorgia Meloni e Marco Travaglio. Non lo faranno, ma va bene così. Ripartiamo senza vendette, ma con il sorriso e la certezza che oggi ha perso il giustizialismo e ha vinto la giustizia”.
Renzi ha sottolineato come questa vicenda abbia rappresentato per lui un attacco politico:
“Hanno tentato di eliminarmi politicamente con un’indagine farlocca. Non ci sono riusciti. Continueremo a fare politica per chi non può difendersi, con la consapevolezza che queste campagne ad personam non mi fanno paura, anzi mi rendono più forte”.
La difesa legale: “Un processo nato morto”
Anche l’avvocato difensore di Matteo Renzi ha commentato la decisione del gup, definendo il processo “nato morto”. Il legale ha ricordato come le tre sentenze precedenti della Corte di Cassazione avessero già annullato i provvedimenti di sequestro, dichiarando inesistenti i reati contestati. Inoltre, ha sottolineato come la Corte Costituzionale avesse stabilito l’inutilizzabilità di certi atti raccolti durante l’indagine.
“Oggi il gup ha messo fine a un processo privo di basi, ma è stato perso molto tempo. Peccato per la dignità degli imputati e per i contribuenti che hanno speso inutilmente ingenti somme di denaro pubblico”.