Il Senato vieta ai giudici di leggere le chat dell’ex ministro nelle indagini per il caso Sangiuliano-Boccia: la decisione è stata approvata con 95 voti favorevoli e 58 contrari. Attualmente l’ex ministro della Cultura è indagato per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio.
Caso Sangiuliano-Boccia, il Senato vieta di leggere le chat
Il Senato ha approvato con 95 voti favorevoli e 58 contrari la decisione di non consentire ai pubblici ministri di accedere alle chat di Gennaro Sangiuliano, l’ex ministro della Cultura attualmente indagato per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio nel contesto del caso Boccia. Questa decisione significa che le comunicazioni tra Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia non potranno essere utilizzate.
La Giunta per le immunità del Senato ha sostenuto che non vi fosse una chiara finalità probatoria nel sequestro delle chat, affermando che la richiesta dei giudici non dimostrava un nesso specifico tra il sequestro ei reati contestati. Le chat erano potenzialmente cruciali per l’inchiesta, ma i senatori hanno ritenuto sproporzionato il sequestro indiscriminato di dati personali. I legali di Sangiuliano, pur non commentando la decisione, hanno confermato la loro disponibilità a collaborare con la giustizia, offrendo prove alternative, come gli estratti conto.
L’opposizione, rappresentata dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, ha espresso forti critiche contro la decisione del Senato, affermando che impedisce l’accertamento della verità e pone interrogativi sulla trasparenza delle istituzioni. Le indagini procedono.