Il caso di Maria Rosaria Boccia ha preso una piega più complessa. L’allerta non coinvolge più solo il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ma si estende anche ai parlamentari. Questi ultimi, dopo la diffusione dei video girati da Boccia nei corridoi di Montecitorio con occhiali dotati di telecamera Ray Ban, si chiedono ora quali altri materiali possa avere raccolto. L’interrogativo centrale è se i filmati pubblicati sul profilo Instagram di Boccia, che mostrano un “tour” del Palazzo della Camera accompagnato da canzoni e didascalie, siano gli unici o se ci sia dell’altro materiale non ancora reso pubblico.
Caso Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia e gli occhiali con telecamera nascosta
Attualmente, i filmati girati da Boccia violano le regole di comportamento per i visitatori del Palazzo della Camera, stabilite da un regolamento del 2002. Tale regolamento prevede che le riprese siano autorizzate solo per scopi giornalistici e non per tour esplorativi da pubblicare sui social. Se Boccia avesse registrato anche conversazioni tra i parlamentari, si tratterebbe di una grave violazione delle garanzie costituzionali. Questo scenario non sembra del tutto improbabile, visto che gli occhiali utilizzati dall’imprenditrice includono anche auricolari, che potrebbero essere stati attivati durante le sue visite. Se tale ipotesi fosse confermata, le implicazioni per Boccia sarebbero decisamente più serie rispetto alla semplice violazione del regolamento.
Le conseguenze per Boccia potrebbero essere significative. La “consigliera fantasma” non sembrava per nulla invisibile nei corridoi di Montecitorio. Ieri, l’ufficio sicurezza del Palazzo ha esaminato i permessi con cui Boccia ha avuto accesso, che erano solo per eventi specifici e non per un uso così esteso del Palazzo come appariva nei suoi video. Ci si chiede quindi chi abbia sorvegliato le sue visite, quanti ingressi abbia effettuato e chi le abbia permesso di accedere a Montecitorio. Tutti questi dettagli sono protetti dalla privacy.
La violazione del regolamento è evidente, e il Comitato di sicurezza, presieduto dal vicepresidente della Camera Sergio Costa e composto dai tre questori, deciderà a breve, probabilmente il 10 settembre, quali misure adottare. Tra le possibilità ci sono un’ammonizione o un divieto temporaneo di accesso a Montecitorio. Sebbene Boccia abbia affermato di non aver commesso nulla di illegale, come spiegato da Costa, il problema riguarda l’uso improprio degli strumenti in luoghi dove è vietato.
Se dalle registrazioni di Boccia dovessero emergere conversazioni di parlamentari, le conseguenze per lei sarebbero molto più gravi, poiché la riservatezza delle comunicazioni parlamentari è una garanzia costituzionale fondamentale.