Sono numerose le catacombe di Napoli (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo, San Efebo) collegate tra loro mediante dei cunicoli sotterranei creati dal popolo dei Cimmeri, i quali temevano che il Vesuvio potesse eruttare e quindi maturarono l’idea di costruirli per potersi riparare nel caso in cui fosse stato necessario. Tuttavia, la più riconoscibile, significativa è sicuramente la catacomba di San Gennaro.
Catacomba di San Gennaro a Napoli: le differenze che la distinguono dalle altre
Innanzitutto bisogna dire che la catacomba napoletana non va vista come rifugio per i primi cristiani dalle persecuzioni, bensì come vero e proprio luogo di culto, nato per ampliamento di un originario nucleo sepolcrale pagano (II-III secolo d.C.). Differisce dalle altre catacombe per l’ampiezza degli spazi e degli ambienti, che le conferisce, pertanto, una significativa maestosità.
Catacomba di San Gennaro: i resti del martire e l’ingresso
I resti di S. Gennaro furono trasportati qui in un secondo momento nel 431, avendo trovato la loro originaria collocazione nell’Agro Marciano (luogo ancora non ben identificato). Oggi le reliquie di San Gennaro non si trovano più nella Catacomba, ma hanno trovato, dopo varie peripezie, la loro collocazione definitiva nel Duomo di Napoli.
L’attuale ingresso alla Catacomba non corrisponde all’accesso originario, il quale era collocato nella parte diametralmente opposta a quest’ultimo che è situato accanto alla Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte (popolarmente detta la piccola San Pietro, data la somiglianza alla Basilica vaticana).
Catacomba di San Gennaro: i vari livelli e spazi
Percorrendo le rampe di accesso, si arriva in uno degli spazi più recenti della catacomba, mentre, per ritrovarne il nucleo più antico, bisogna percorrere l’intero livello superiore per arrivare a quello inferiore: qui si accede nel “vestibolo inferiore”, da cui prendono vita tre gallerie, lungo le quali si incontrano le varie tipologie tombali che caratterizzano l’intera regione cimiteriale: arcosoli, loculi, tombe a fossa.
Questa zona venne occupata dalla basilica dedicata al Vescovo di Napoli Agrippino, i cui resti furono deposti nel III secolo; da questo momento iniziarono le frequentazioni cristiane che portarono ad uno sfruttamento intensivo dell’area e ad una monumentalizzazione degli spazi.
Il fenomeno della monumentalizzazione degli spazi:
Il fenomeno della monumentalizzazione degli spazi fu dettato dalla necessità di rispondere alle esigenze di quei fedeli che chiedevano di essere sepolti ad sanctos, poiché la vicinanza al corpo del santo garantiva una sorta di protezione dopo la morte. Ed è proprio per questo che la catacomba si presenta oggi strutturata su due livelli.
Catacomba di San Gennaro: le varie funzioni
- La funzione più immediata ed evidente è quella di sepolcro e di riunioni cultuali.
- In un arco di tempo compreso tra IX e XIV secolo, diviene la sede di un monastero benedettino
- Nel corso del XV secolo, ospitò un lazzaretto per ammalati di peste, continuando, frattanto, ad essere utilizzata come luogo di sepoltura.
- Verrà impiegata come ricovero antiaereo e ospedale d’emergenza durante la Seconda Guerra mondiale.