Acquisti online su Amazon, ordini di ogni tipo, impegni di spesa duplicati e gestiti con leggerezza, insieme a vari sprechi. Questo è il quadro che si delinea attorno alla presunta gestione disinvolta di carte di credito prepagate da parte di alcuni dirigenti della “Sma Campania”. I pm: “Sperpero assurdo di risorse pubbliche e promozioni truccate”
Cene, regali e spese pazze alla Sma: “Danno da 5,7 milioni”
Acquisti online su Amazon, ordini di ogni tipo, impegni di spesa duplicati e gestiti con leggerezza, insieme a vari sprechi. Questo è il quadro che si delinea attorno alla presunta gestione disinvolta di carte di credito prepagate da parte di alcuni dirigenti della “Sma Campania”, come rivelato da un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Corte dei Conti della Campania. L’inchiesta è stata diretta dal procuratore regionale Antonio Giuseppone, coadiuvato dai sostituti procuratori generali Davide Vitale e Flavia Del Grosso.
Di recente, le fiamme gialle del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli hanno notificato a nove individui il conto dei danni. Ammonta a oltre cinque milioni e 700mila euro. I soggetti coinvolti sono vertici apicali e non della società “in house” della Regione. Inclusi amministratori, dirigenti e dipendenti, a cui viene contestato un grave danno erariale. Gli inviti a dedurre sono stati indirizzati all’ex presidente del Cda Giuseppe Cammarota, agli ex amministratori unici Ciro De Leo, Raffaele Scognamiglio e Giuseppe Esposito, all’ex consigliere delegato Lorenzo Di Domenico. Inoltre anche all’ex dirigente Cosimo Silvestro, all’ex financial manager Roberto Iavarone, all’addetto alla contabilità e bilancio Ernesto Tartaglione e al responsabile del depuratore di Napoli Est Luigi Riccardi.
Di Domenico, Scognamiglio, Silvestro e Tartaglione sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a vario titolo per peculato. E poi anche per buso d’ufficio e simulazione di reato nell’ambito di un procedimento penale parallelo. Secondo le indagini, i presunti autori di queste spese irrazionali avrebbero agito in manifesta violazione delle normative di buona condotta. Portando la situazione al limite fino a quando è esplosa.
Le contestazioni
Non si tratta solo di spese irregolari. Secondo i magistrati contabili, sono emersi anche “indicatori di inaccettabili avanzamenti di carriera per il personale funzionante sia nelle strutture territoriali che nei depuratori gestiti da “Sma Campania”. In violazione delle normative sul reclutamento e sull’avanzamento professionale nella pubblica amministrazione”. Il meticoloso lavoro delle forze di polizia economica del comando provinciale, sotto la guida del generale Paolo Borrelli, ha rivelato che molte di queste progressioni sono state effettuate tramite verbali di conciliazione. Eludendo qualsiasi procedura selettiva o meccanismi di valutazione per riconoscere i dipendenti più meritevoli.
In materia di gestione e compenso del personale, sono state anche segnalate delle assegnazioni, prive dei presupposti necessari, di componenti retributive note come “superminimi”. Si tratterebbe di veri e propri incrementi salariali, privi di normative interne e senza adeguate giustificazioni. La maggior parte degli sprechi – oltre 3,6 milioni di euro – si concentra proprio su questo aspetto dell’inchiesta riguardante le progressioni non giustificate di carriera. Inoltre agli aumenti di stipendio attraverso i cosiddetti superminimi, distribuiti alla rinfusa a una settantina di dipendenti.
Le carte prepagate avrebbero dovuto essere utilizzate per coprire spese urgenti, come interventi di manutenzione indispensabili. Tuttavia, sarebbero state impiegate anche per fini personali, tra cui acquisti su Amazon e sottoscrizioni a servizi come Spotify. Sebbene le prepagate rappresentino solo una piccola parte degli sperperi complessivi, l’accusa le considera simbolo della superficialità con cui venivano gestiti i fondi pubblici. Ci sono poi i costi per il noleggio di autovetture e le spese per telefonia fissa e mobile, pagati a prezzi gonfiati perché assegnati direttamente ai fornitori senza alcuna gara, in violazione delle normative vigenti. A complicare la situazione per i nove indagati ci sono anche delle intercettazioni, da cui risulta la consapevolezza di alcuni di loro riguardo all’onere economico causato, ad esempio, dai noleggi a lungo termine che “dissanguavano la Sma”.
Tra i documenti vi è anche un caso di doppio pagamento. Per un unico contratto di noleggio mensile, per lo stesso periodo e per la medesima automobile, la fattura è stata saldata due volte. Secondo le stime degli inquirenti, tali capitoli di spesa hanno portato a sprechi per 778mila euro e 742mila euro rispettivamente. Tra le spese individuate dagli investigatori, ci sono anche quelle per ristoranti, non collegate a eventi particolari. A intervenire sulla questione è il senatore di FdI, Antonio Iannone, che afferma: «La Corte dei Conti ha certificato che De Luca prima sperpera e poi critica il governo».