Cronaca

I cercapersone esplosi in Libano e Siria, 18 morti e 4 mila feriti. Le accuse: “È stato il Mossad”

Maxi-attacco cyber a Hezbollah: esplodono 4mila cercapersone
Maxi-attacco cyber a Hezbollah: esplodono 4mila cercapersone
Maxi-attacco cyber a Hezbollah: esplodono 4mila cercapersone

Poco dopo le tre del pomeriggio, una serie di esplosioni simultanee ha distrutto migliaia di cercapersone utilizzati dai miliziani di Hezbollah. Il bilancio dei morti sale a 18, fra cui una bambina di 8 anni, e 4mila feriti.

Sale a 18 morti e 4 mila feriti il bilancio a seguito dell’esplosione dei cercapersone in Libano e Siria

Poco dopo le tre del pomeriggio, una serie di esplosioni simultanee ha distrutto migliaia di cercapersone utilizzati dai miliziani di Hezbollah a Beirut, in altre zone del Libano e a Damasco. I video diffusi sui social mostrano persone impegnate nelle loro attività quotidiane al mercato, quando all’improvviso vengono investite dall’esplosione, ricoperte di sangue. Questi dispositivi di ultima generazione, in possesso dei miliziani sciiti sostenuti dall’Iran da poco tempo, sono esplosi tutti insieme. Caos e paura, con almeno 18 vittime – tra cui una bambina di 8 anni e il figlio di un deputato del partito filo Hezbollah – e 4mila feriti.

Mentre l’operazione era appena stata eseguita, senza rivendicazione da parte di nessuno, è stata subito attribuita a Israele a livello internazionale. Nel frattempo, l’aeronautica israeliana ha avviato attacchi letali contro obiettivi terroristici nelle aree di Ayita al-Sha’ab e al-Khyam, a 100 chilometri dal confine. Secondo gli esperti, chiunque abbia orchestrato l’attacco ha preparato l’azione in anticipo, introducendo piccole cariche esplosive nei cercapersone e sviluppando al contempo la capacità di far esplodere simultaneamente i dispositivi con un singolo comando.

Il portavoce del governo libanese ha dichiarato che l’esecutivo accusa Israele di essere responsabile dell’attacco coordinato, ritenendolo una violazione della sovranità del Paese. Il consigliere di Nasrallah, Hossein Khalil, ha avvertito che ora “il nemico dovrà aspettarsi ogni tipo di reazione dal Libano dopo i crimini commessi”. Pochi minuti dopo, Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant si sono riuniti nel bunker del ministero a Tel Aviv per un incontro d’emergenza tra il governo e i vertici della sicurezza.

I media israeliani hanno riportato di colloqui «intensi», ai quali hanno partecipato i direttori delle agenzie di intelligence, evidenziando movimenti militari inusuali delle unità sciite. Sul tavolo, nel bunker, si discuteva della risposta di Hezbollah alle esplosioni e delle possibili azioni dell’Idf per contrastarle.

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