Cronaca

Il discorso di Gino Cecchettin alla cerimonia di laurea della figlia Giulia: “Avresti fatto grandi cose, eri un gigante”

Gino Cecchettin ha tenuto un lungo e toccante discorso in occasione della cerimonia di laurea di Giulia Cecchettin che si è tenuta oggi, 2 febbraio, all’Università di Padova. L’uomo ha voluto ricordare la figlia e il suo percorso. Durante la cerimonia è intervenuta anche Elena, la sorella maggiore di Giulia.

Il discorso di Gino Cecchettin alla cerimonia di laurea della figlia Giulia

“Oggi ci riuniamo in questa toccante cerimonia a memoria di Giulia per celebrare la sua laurea. E desidero esprimere la mia profonda gratitudine a coloro che con cuore e dedizione hanno reso possibile questo tributo. Grazie per aver onorato la memoria di Giulia. Io però non riesco a essere felice. Il conferimento di laurea che avevo in mente aveva protagonista una ragazza stupenda che non vedeva l’ora d’indossare la sudata e meritata corona d’alloro. Mi sono chiesto se avesse senso una cerimonia così, per una Laurea postuma. Come sempre, la risposta mi è venuta pensando alla mia amata figlia”. Inizia così il discorso di Gino Cecchettin.

Oggi, nell’aula magna dell’Università di Padova, è stata organizzata una cerimonia per consegnare ai suoi familiari il titolo in Ingegneria biomedica che la ragazza avrebbe dovuto ricevere pochi giorni prima di essere uccisa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta.

“Cara Giulia, mentre parlo ti immagino di fronte a me con il tuo sorriso leggero anche se lontana, troppo lontana. Non avrei mai pensato di trovarmi qui, con il cuore trafitto, a piangere la tua assenza in una cerimonia in tuo onore. Non sai quante volte ti ho immaginata felice, sorridente come solo tu sapevi essere, e gioire con noi in questo momento a cui tu tenevi tanto. Non hai potuto assaporare di persona la felicità per il meritato traguardo e penso sia un atto di riconoscenza dovuto per quanto hai dato alla nostra famiglia, per quanto hai fatto per gli altri durante la tua esistenza e per quanto ancora stai facendo per tutti”, ha continuato il padre.

“Almeno per oggi vorrei che il tuo nome, cara Giulia, fosse elevato non solo alla memoria del tragico femminicidio che ha segnato la tua vita, ma piuttosto a onorare la tua straordinaria assenza. Sei stata un esempio emblematico di generosità, donando il tuo tempo senza parsimonia a familiari e amici. La tua determinazione incrollabile nello studio ha insegnato anche a me a perseguire i miei obiettivi con una tenacia che non mi era propria”, ha raccontato ancora Gino.


“Come ricordi, la scelta della facoltà mi aveva lasciato alquanto perplesso. E solo pochi giorni fa ho appreso, tramite una lettera di una professoressa del liceo, che alla domanda di cosa avevi intenzione di fare all’università ti mettesti a piangere. Volevi fare Lettere, ma hai preferito fare una scelta che ti avrebbe dato più possibilità di lavoro. E tuttavia l’hai seguita fino in fondo con il massimo impegno”.

“Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze, nella mia per prima. Ero fiducioso che avresti fatto grandi cose nella tua vita, ma non mi rendevo conto di che gigante tu fossi. Farò il possibile perché il tuo nome e il tuo esempio di vita spingano le persone a riflettere sull’importanza dell’empatia e della solidarietà, che hai incarnato in modo esemplare. Inutile dire che non c’è giorno in cui non sentiamo la tua mancanza. Mi manchi, ci manchi più dell’ossigeno. Grazie per aver condiviso con noi il tuo calore e la tua umanità. Sarai sempre nel cuore di chi ti ha amato e conosciuto, sarai sempre nel nostro cuore”, ha concluso.

Il discorso della sorella Elena Cecchettin

Nel corso della cerimonia è intertenuta anche la sorella di Giulia, Elena Cecchettin.

“Cara Giulia, mia dolce Giulia. Non sai quanto io sia sempre stata fiera di te. Ti ho sempre ammirato tanto per com’eri: carina, dolce e sveglia. Ti ho sempre vista come un piccolo genietto. Sei riuscita a essere una brava studentessa in Ingegneria, una facoltà che sapevo non essere tanto affine al tuo animo romantico”

“Ci hai fatto sentire famiglia anche quando è mancata la mamma. Facevi sempre in modo che passassimo del tempo insieme. Non so come, ma riuscivi a farmi sentire inclusa anche quando ero a 2mila chilometri di distanza. Giulia, riuscivi sempre a trovare la via quando le strade nella mia mente si incrociavano e confondevano. E mi chiedevo come facessi a essere sempre così lucida e comprensiva, hai fatto tante belle cose per te stessa e per noi, e noi dobbiamo ricordarcelo sempre”, ha proseguito Elena.

Che ha aggiunto: “E non dobbiamo mai dimenticare quante cose avresti potuto fare se non ti fosse stata tolta la possibilità di farla. Non dobbiamo dimenticarcene perché a nessun’altra donna venga tolta la possibilità di farlo. Giulia, nella tua breve vita sei riuscita a insegnarmi tanto e non me lo scorderò mai. E ora posso dirlo senza che tu possa dica che non è ancora vero. Complimenti, ingegnere”.


L’intervento dell’amica di Giulia

“Mi ricordo come se fosse ieri il momento in cui dovevamo decidere quale strada prendere dopo il liceo. C’era chi aveva le idee più chiare, e c’era chi come Giulia era in preda alla confusione più totale. Lettere, ingegneria biomedica e accademia di grafica: solo Giulia poteva avere tre opzioni così diverse tra di loro da non credere che potesse essere vero. Come diceva lei: ‘Io sono assetata di conoscenza, solo che non so di che tipo’”. Queste le parole di Giulia Zecchin, cara amica di Giulia Cecchettin.

“È vero, gli interessi di Giulia – ha detto ancora – erano tra i più vari, ma c’erano poche cose che non riuscivano ad attirarla, dalla formule matematiche più complicate e irrisolvibili alle letture ottocentesche più romantiche, alle illustrazioni più divertenti. E così, dopo tante riflessioni e crisi, era giunta a una conclusione: si sarebbe iscritta a ingegneria biomedica ma non avrebbe scartato le altre due scelte: Lettere l’avrebbe frequentata ‘dopo essere andata in pensione’, e accademia di grafica l’avrebbe frequentata tra la triennale e la magistrale. Perché Giulia era così, non scartava un sogno. E io sono sempre stata sicura che da ‘oplita’, come le piaceva definirsi, ce l’avrebbe fatta a raggiungere e a realizzare tutti i suoi sogni”.

Oggi “i sogni di Giulia sono diventati i sogni di tutti noi e continueranno a vivere per sempre attraverso noi. Perché la storia di Giulia ci deve insegnare che a nessuno devono ma essere strappati via i sogni e a nessuno deve essere tolta la libertà di vivere e di essere se stesso e tutti dobbiamo impegnarci affinché questo avvenga. A te, Giuli, voglio solo dire una cosa: congratulazioni, dottoressa”. Ha concluso Giulia Zecchin.

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