Il 12 febbraio 1809 nasceva uno dei più importanti studiosi di sempre, le cui teorie influenzano ancora oggi tutta la scienza moderna.
Il fatto che l’uomo discenda dalla scimmia ormai sembra un concetto banale, quasi scontato; questo perché a metà dell’800 un grande scienziato, Charles Darwin, sconvolse l’intera concezione che l’uomo aveva della natura e del suo sviluppo.
Charles Darwin, il padre dell’evoluzionismo: la biografia
Charles Darwin nacque il 12 Febbraio1809 in una famiglia benestante dalla mentalità piuttosto aperta. Nel 1825 si iscrisse alla facoltà di medicina a Edimburgo, ma a causa dei rigidi e antiquati metodi didattici, il giovane Charles non riuscì mai ad appassionarsi alla disciplina medica e presto abbandono la facoltà.
Suo padre lo mandò allora all’Università di Cambridge per dedicarsi alla teologia, ma Darwin, già interessato alle collezioni entomologiche e ai molti libri sulla natura che cominciavano a circolare, scelse di indirizzare tutti i suoi sforzi verso le scienze naturali, disciplina fortemente in ascesa.
Charles Darwin, il padre dell’evoluzionismo: gli studi
Agli inizi dell’Ottocento, come già detto, serpeggiava una grande curiosità verso la natura e le forme di vita più caratteristiche, pertanto non era insolito che durante i grandi viaggi di colonizzazione o le spedizioni degli esploratori del tempo, alcuni studiosi affiancassero gli equipaggi per osservare le stranezze naturali di posti molto lontani da casa.
Ecco perché Darwin prese parte alla spedizione della nave Beagle, che dal 1831 per cinque anni batté le coste dell’America Meridionale e dell’Australia.
Al suo ritorno, Darwin aveva taccuini e libri pieni di appunti di infinite forme di vita vegetale e animale; in particolare era stato incuriosito dalle particolari specie che abitavano l arcipelago delle Galapagos , al largo dell’Ecuador.
Nei campioni di animali e vegetali che Darwin riportò dai suoi viaggi, il naturalista osservò forti somiglianze tra i fossili e le forme viventi di una stessa area , in particolare per ciò che riguardava le tartarughe e gli uccelli delle Isole Galapagos.
Partendo da questa intuizione, Darwin notò che in ogni popolazione ci sono delle differenze tra i vari organismi, e che alcune di esse sono ereditarie e consentono agli individui portatori di generare più discendenti di altri.
Questo concetto di “variazione” tra le specie, portò Darwin a sostenere che i mutamenti ereditari favorevoli allo sviluppo e alla vita dell’animale in questione – ovvero quelle caratteristiche che lo aiutano nella riproduzione o nel procurarsi il cibo – tendono a diventare sempre più frequenti nel corso delle generazioni.
Darwin chiama questo processo “selezione naturale” e secondo tale teoria, non è il più forte quello che prospera nelle generazione, ma quello che che si adatta meglio al suo ambiente.
Dopo ulteriori approfondimenti, la conclusione strabiliante fu che tutti gli esseri viventi , uomo compreso, sono sottoposti, nel succedersi delle generazioni, a lenti ma continui cambiamenti, chiamati evoluzione .
Con questa teoria, spiegata ne L’Origine della specie, pubblicato nel 1859, Darwin affermò che ogni forma di vita è soggetto ad una lenta ma graduale trasformazione della propria specie.
Queste idee, che troveranno riscontro decenni dopo con le teorie sull’ereditarietà di Mendel e la scoperta della genetica, modificarono profondamente la prospettiva della scienza dello studio della natura, che da quel giorno non sarà più la stessa.