Cronaca

Istanbul, chi è l’attentatrice Ahlam Albashir: legata al Pkk

È stata arrestata l’attentatrice di Istanbul: è Ahlam Albashir. La donna è accusata di aver azionato la bomba nella Istiklal Caddesi, l’affollatissima via dello shopping. Secondo le autorità che stanno ancora visionando le riprese di più di 1.200 telecamere di videosorveglianza della zona, la donna siriana avrebbe abbandonato lo zaino contenente dell’esplosivo su una panchina per poi allontanarsi. Nell’attentato sono morte 6 persone e altre 81 sono rimaste ferite.

Chi è Ahlam Albashir, l’attentatrice di Istanbul

La donna è stata arrestata questa mattina insieme ad altre 46 persone, tutte accusate di aver preso parte all’attentato che nella giornata di ieri ha sconvolto la Turchia. Non è ancora chiara la dinamica dell’attentato: le autorità sono all’opera per capire se lo zaino contenesse dell’esplosivo o se avesse al suo interno una bomba azionata poi a distanza dalla stessa Albashir.

La confessione

Ahlam Albashir, durante l’interrogatorio, ha confessato di essere stata addestrata dal partito curdo armato Pkk e dalle milizie curde siriane dello Ypg. Lo rende noto Anadolu citando fonti ufficiali.

Per Ankara, Abashir sarebbe entrata illegalmente in Turchia dalla regione di Afrin nel nord della Siria e avrebbe agito su ordini dati da Kobane, nel nord della Siria. Secondo il ministero dell’Interno, la donna puntava a fuggire in Grecia se non fosse stata arrestata dalle autorità turche.

L’arresto e le violenze

In un video diffuso online dai media turchi, si vedono le forze dell’ordine fare irruzione nell’abitazione della presunta attentatrice nelle prime ore di questa mattina. Gli agenti hanno gettato la donna a terra e le hanno messo le manette per farla salire sull’auto della polizia. In alcuni fotogrammi diffusi poi online è possibile vedere diversi lividi sul volto della donna. Albashir appare provata anche nelle foto segnaletiche scattate subito dopo la cattura.

Le accuse di Ankara all’Occidente

Fin dalle prime ore dopo l’attentato, la Turchia ha puntato il dito contro il Pkk e contro l’Unità di Protezione Popolare YPG, accusando anche l’Occidente di aver fornito “armi e addestramenti militari a due organizzazioni terroristiche”. Ankara ha fatto riferimento soprattutto agli Stati Uniti, arrivando a disprezzarne le condoglianze. “Penso che le condoglianze dell’America siano come l’assassino che arriva per primo sul luogo del delitto” ha affermato il ministro dell’Interno Suleyman Soylu.

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