Chi è Friedrich Merz, il prossimo futuro cancelliere della Germania: ex avversario di Merkel, ha orientato la Cdu verso destra. Ha dichiarato: «Non collaboreremo mai con il partito che si fa chiamare Alternativa per la Germania, né prima né dopo».
Friedrich Merz, chi è il futuro cancelliere della Germania
Il leader della Cdu, un tempo rivale di Angela Merkel, ha guidato il partito alla vittoria nelle elezioni anticipate del 23 febbraio. La decisione di spostare il partito a destra è stata presa in una villa sul lago di Como. Tuttavia, Merz ha dichiarato: «Non collaboreremo mai con il partito che si fa chiamare Alternativa per la Germania, né prima né dopo».
Alla guida della Cdu, ha condotto il suo partito al successo nelle elezioni anticipate del 23 febbraio 2025 in Germania, posizionandosi così come il prossimo cancelliere. Ecco un ritratto di lui. «La questione tra noi due era che entrambi desideravamo essere leader. Situazioni del genere possono verificarsi nelle grandi organizzazioni», ci rivelò Angela Merkel tre mesi fa, a microfoni spenti, al termine dell’intervista con il Corriere al primo piano del ristorante Bocca di Bacco a Berlino, quando le chiedemmo di Friedrich Merz. Non è un mistero, poiché lo ha espresso quasi con le stesse parole nella sua biografia, Libertà: «Entrambi volevamo avere il comando».
È nota la vicenda: Merkel ebbe la meglio, privandolo del ruolo di capogruppo al Bundestag, e lui, umiliato, abbandonò la politica nel 2009. Tuttavia, tornò in scena dieci anni dopo, candidandosi a guidare la CDU pochi minuti dopo che Merkel si era dimessa dalla presidenza. Dopo due tentativi falliti, riuscì a vincere al terzo, ritrovandosi a 69 anni a un passo da uno dei comeback più sorprendenti, con la possibilità di diventare cancelliere. Mancano solo 48 ore, e per citare Merz, «il voto di 60 milioni di tedeschi».
La sala si oscura alla Rudolf Weber Arena di Oberhausen mentre le casse iniziano a diffondere «We will rock you» dei Queen e Merz fa la sua entrata, l’uomo che deve «sconvolgere» o almeno dare una scossa alla Germania. Quattro minuti di applausi accolgono il suo arrivo: è il suo pubblico, che gli era mancato. Coriandoli con le bandiere tedesche (che Merkel non approvava), cori festivi e ballerine, seguiti da trombe, sassofoni e discorsi, mentre il vertice della CDU (Lammert, il segretario Linnemann) osserva dalla platea e l’ex rivale Hendrik Wüst lo presenta sul palco.
Cielo azzurro
Il rito conclusivo della Cdu si svolge a Oberhausen, nel Nord-Reno Vestfalia, la regione di Merz. Più precisamente, ci troviamo nella Ruhr, il cuore pulsante dell’industria e della chimica — Dortmund, Düsseldorf, Essen, Gelsenkirchen, Leverkusen, città operaie dai nomi leggendari — la terra dei mille derby calcistici, degli immigrati turchi e italiani, delle fornaci che coloravano il cielo di arancione di notte e di grigio cenere di giorno, tanto che Willy Brandt affermò: «Arriverà il giorno in cui il cielo della Ruhr tornerà blu». Ieri era davvero blu; da decenni l’inquinamento è stato ridotto: ma qui, dal 2017, l’industria ha subito un arresto. I manifesti di Scholz lungo le strade celebrano il «cancelliere del Made in Germany», ma la Ruhr rappresenta oggi il simbolo del declino tedesco. Sarà necessario un cambiamento radicale, un «we will rock you», se Merz vorrà riportare la Germania ai fasti di un tempo.
La notizia dell’accoltellamento a Berlino arriva sugli spalti, ma sul palco nessuno ne è a conoscenza, nemmeno Merz. Per lui, la CDU rappresenta una “casa” più di quanto non sia mai stata per Angela Merkel: ha riportato i cristiano-democratici verso destra, allontanandoli dal centro, promettendo una lotta all’islamismo e annunciando che la sua prima azione sarà la riduzione dell’immigrazione illegale. Si allontana così dalla cultura dell’accoglienza, segnando un ulteriore distacco da Angela Merkel. Tuttavia, è riduttivo interpretare tutto ciò come una semplice sfida tra i due. Sul Lago di Como.
La svolta di Cadenabbia
Due primavere fa, Merz ha avviato la sua ascesa durante un incontro della CDU a Cadenabbia, sul Lago di Como, nella villa dove Adenauer si divertiva a giocare a bocce. Si racconta che, in ritiro con 35 colleghi della CDU, abbiano elaborato un programma per riconquistare il potere, sostenendo che la cultura tedesca debba essere considerata la Leitkultur e che l’immigrazione debba essere limitata. Si dice anche che abbiano già discusso della suddivisione dei posti nel governo, e Merz ha trionfato nel torneo di bocce. È un abile tiratore e da decenni è membro del club di tiro di Brilon. Inoltre, nutre una grande passione per gli aerei, possedendo e pilotando personalmente un bimotore. D’altronde, la sua situazione finanziaria è molto favorevole.
Che tipo di cancelliere sarà? Osserverà tutti dall’alto dei suoi 198 centimetri. La sua retorica è elegante e incisiva, tipica di un avvocato, ben lontana dai discorsi noiosi di Merkel o Kohl. Nonostante provenga da una famiglia benestante (il nonno era il sindaco nazionalsocialista di Brilon), la sua vita non è stata semplice. Il padre fu arruolato a 17 anni e catturato dai sovietici in Georgia. In famiglia ha ricevuto un’educazione severa: a 8 anni, malato di tubercolosi, fu mandato per sei mesi in un convento dalle suore, un’esperienza che lui stesso definisce «poco piacevole». Sua sorella morì a 21 anni in un incidente stradale. A scuola, a causa delle proteste, fu costretto a ripetere l’anno. Tuttavia, si distinse come studente di giurisprudenza e successivamente come giovane deputato della CDU, l’unico tra i parlamentari a dare del tu a Schäuble. Quando ha lasciato la politica per tornare alla professione di avvocato, è diventato il presidente tedesco di BlackRock, il più grande fondo di investimento al mondo. È stato descritto come un multimilionario autodidatta.
Le idee
Tuttavia, ciò che risulta particolarmente affascinante è la sua biografia intellettuale. In un saggio ampiamente citato, il Grand Continent lo presenta come il vero successore di Wolfgang Schäuble. Da quest’ultimo ha ereditato tre convinzioni fondamentali: innanzitutto, il conservatorismo sociale, che include una certa chiusura verso gli stranieri per proteggere la società; è convinto (da molto prima che l’AfD entrasse in parlamento) che solo riducendo i consensi si possa arginare l’estrema destra. In secondo luogo, il conservatorismo fiscale, sebbene mostri una maggiore apertura verso un capitalismo in stile statunitense rispetto alla maggior parte dei tedeschi: nel 2008 ha persino pubblicato un libro intitolato «Osare più capitalismo». Infine, è un convinto europeista, da tempo sostenitore della necessità di una difesa comune.
Si troverà ad affrontare una realtà diversa da quella per cui si è preparato per tutta la vita: un’Europa priva dell’America che ama, suddivisa in sfere d’influenza. È consapevole che lo attende una sfida ardua per un rigorista anti-debito: rafforzare politicamente l’Europa, affinché non si disgreghi o svanisca. Inoltre, sa di dover arginare l’AfD, per evitare di essere ricordato — in caso di insuccesso — come il cancelliere che ha facilitato la sua ascesa.