Cronaca

Lazio, addestratore Olympia: “Sono di destra, il mio è saluto militare”

Chi è Juan Bernabé, lo storico addestratore dell’Aquila Olympia, simbolo delle partite della Lazio che viene fatto volare all’interno dell’Olimpico prima di ogni match e dopo le vittorie. Bernabé si è reso protagonista di un brutto episodio: saluto romano e coro fascista sotto la tribuna Montemario per lo spagnolo, sospeso dal club capitolino.

Lazio, chi è Juan Bernabé: la storia dell’addestratore dell’Aquila Olympia che ha fatto il saluto romano

Falconiere spagnolo, dalla stagione 2010/2011 Juan Bernabé accompagna il volo dell’Aquila Olympiasimbolo della Lazio che spicca il volo prima di ogni partita interna della compagine biancoceleste dal 22 settembre 2010, giorno della partita col Milan. “Ho lavorato molto all’estero, è necessario trovare la propria strada per sentirsi realizzato nella propria vita. È importante trovare la felicità nella propria carriera, a prescindere dalla vita privata. Olympia vive a Formello, all’interno dei giardini del nostro Centro Sportivo. Il suo piatto preferito è il pollo, ma ogni tanto mangia anche il salmone. Per la sua vita è fondamentale l’addestramento ed una corretta nutrizione”.

Cosa ha fatto

“Sono dispiaciuto per quello che è successo, in Spagna il gesto fascista si fa con il braccio teso in una linea retta. In Italia a quanto pare è anche così, dandosi una pacca sul petto. Io sono una persona assolutamente di destra, del partito Vox in Spagna come pure tanti amici calciatori, ma non di idea fascista, non è proprio nella mia mentalità”. Si giustifica così, all’Adnkronos, Juan Bernabé, lo storico addestratore dell’Aquila Olympia, simbolo della Lazio. Il 53enne spagnolo è infatti il protagonista di un video diventato virale in cui, al termine del match contro l’Inter di sabato scorso, alza più volte al cielo il braccio destro all’indirizzo dei tifosi che urlano ‘Duce! Duce!’.

“Sono un uomo che ha girato il mondo, che fa business in tutto il mondo e che ha rapporti con persone di tutte le razze. È stato un gesto dettato dall’impulso – aggiunge il falconiere – festeggiando il finale di una partita. Un saluto militare, mai fascista. Tuttavia va bene, queste cose fanno parte della vita, ci sono momenti brutti e belli. E questo per me è un momento brutto”. 
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