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Terrorismo, chi è la giovane leader del gruppo «Da’wa»: vive a Bologna ed è una studentessa di liceo, radicalizzata durante il peridio del Covid

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Carabinieri

Chi è la giovane leader del gruppo «Da’wa» accusata di terrorismo: vive a Bologna ed è una studentessa di liceo. Radicalizzata durante il peridio del Covid. Le indagini condotte dai carabinieri hanno rivelato una «preoccupante e rapida evoluzione nelle intenzioni degli indagati».

Terrorismo, chi è la giovane leader del gruppo «Da’wa»

La ‘leader’ del gruppo di propaganda jihadista smantellato dal Ros dei Carabinieri, sotto la direzione della Procura di Bologna e della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, era una giovane pachistana che era cresciuta e viveva a Bologna. Gli inquirenti hanno sottolineato il suo «notevole attivismo» e la sua «costante attività di proselitismo». Fin dall’inizio, come emerso, la ragazza, radicalizzatasi online durante il periodo del Covid, è riuscita a coinvolgere un’altra giovane di origine algerina, anch’essa cresciuta e residente a Spoleto. Insieme, avrebbero dato vita al gruppo di propaganda denominato «Da’wa», che in arabo significa «chiamata».

La studentessa residente a Bologna

La giovane, che vive a Bologna e frequenta una scuola superiore senza aver completato il percorso di studi, avrebbe coinvolto anche il fratello minore, che è attualmente sotto indagine.

L’autorità giudiziaria le contesta l’ipotesi di addestramento finalizzato a un possibile arruolamento in organizzazioni terroristiche di matrice jihadista. L’inchiesta è stata avviata nel settembre 2023, a seguito di un’attività di monitoraggio sui circuiti radicali jihadisti, con particolare attenzione alla diffusione di contenuti di propaganda online.

Le indagini

Durante le indagini, i carabinieri hanno osservato «un’evoluzione rapida e preoccupante nelle intenzioni degli indagati», che non si sono limitati a promuovere contenuti jihadisti, ma hanno ampliato il loro raggio d’azione coinvolgendo nuovi soggetti, come il fratello minore della principale indagata, e cercando contatti al di fuori dell’Italia per tentare di raggiungere i territori sotto il controllo delle milizie jihadiste.

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