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Chi è Liz Truss, la nuova premier in Gran Bretagna

Liz Truss è la nuova premier britannica. Con lei, è la terza volta che  nel Regno Unito una donna raggiunge i vertici del governo, dopo Margaret Thatcher e Theresa May. La neo premier si definisce seguace di Boris Jhonson, quindi populista, ma tendente più a destra

Chi è Liz Truss

Nata a Oxford nel 1975 e cresciuta in Scozia da una famiglia di sinistra, Liz Truss si è fin da giovane appassionata di politica militando prima tra le file dei liberldemocratici, e poi nei conservatori

Figlia di un professore di matematica che vota Labour, Liz Truss, 47 anni, dopo una breve carriera come contabile e un passato nelle file dei Lib Dem, è entrata in Parlamento nel 2010 e da quel momento ha iniziato a scalare le gerarchie del partito. Sostenitrice del ‘remain’ al fatidico referendum sull’uscita dall’Ue del 2016, come fa notare il Guardian, ha compensato gli ‘errori’ di gioventù diventando in breve tempo una ‘Brexiter’ intransigente, facendo leva sulla sua lealtà a Johnson e sul paragone con l’Iron Lady, di cui spesso copia l’iconica camicetta con il fiocco.

Negli ultimi mesi ha saputo sfruttare la guerra in Ucraina per ergersi a nuova Thatcher grazie a una dura retorica anti-Putin. Miele per la stampa Tory e per gli anziani della classe media che rappresentano la fetta più grande degli iscritti al partito. Secondo il Times, dichiarerà inoltre la Cina una ”minaccia nazionale acuta” al pari della Russia. Si è poi resa protagonista di una polemica a distanza con Macron, che ha previsto “problemi seri” fra Francia e Gran Bretagna, dal momento che la ministra non ha risposto a chi le chiedeva se considerasse il presidente francese amico o nemico degli inglesi.

Tra i primi problemi che dovrà affrontare, quello dell’aumento del costo della vita, che in Gran Bretagna – come in molti altri Paesi europei – sta toccando livelli record. Truss ha lanciato la sua campagna con la promessa di vasti tagli alle tasse, escludendo di recente il razionamento energetico.

Una nuova Thatcher?

Finora, Truss ha cercato di costruirsi un’immagine di neoliberista intransigente e dal pugno di ferro facendo continui riferimenti a Margaret Thatcher, non solo nei discorsi pubblici. Per esempio, ha posato in uniforme militare in un carro armato durante un viaggio in Estonia nel novembre 2021, una scelta comunicativa che ha ricordato la visita di Thatcher alle truppe britanniche di stanza nella Germania occidentale nel 1986. E come la Thatcher, vede come un pugno nell’occhio le rivendicazioni sindacali e le richieste di maggiori diritti da parte delle organizzazioni di lavoratori.

A metà agosto, una conversazione privata riportata Guardian ha illustrato la sua visione dell’economia: “Se vogliamo diventare un Paese più ricco e prospero, (…) quello che devi fare è lavorare di più. (…) Ma non credo che le persone siano pronte a farlo”, avrebbe detto facendo riferimento alla necessità di aumentare la produttività del lavoro nel Paese, e tacciando di pigrizia i suoi connazionali.

Durante la campagna per la corsa alla successione di Johnson, Truss si è distinta dal suo avversario in particolare sulle questioni economiche promettendo tagli alle tasse, di mantenere bassa l’imposta sulle società e di trovare un sistema fiscale più semplice ed equo, almeno a suo giudizio. Già, perché “il suo senso di equità solleva interrogativi”, scrive Le Soir. Ad esempio, “propone di annullare l’aumento dei contributi previdenziali messo in atto da Rishi Sunak per finanziare la salute e l’assistenza agli anziani”. Tuttavia, secondo il Tony Blair Institute For Global Change, think thnak dell’ex premier laburista, la proposta di Truss favorirebbe solo i più ricchi, e non le fasce a più basso reddito della società.

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