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Crisi di Governo, Mattarella convoca Mario Draghi: chi è? Biografia e carriera

Crisi di Governo: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato al Quirinale, domani mattina alle ore 12,  Mario Draghi: chi è? Biografia e carriera.

Mattarella convoca Mario Draghi: chi è?

Mario Draghi (Roma, 3 settembre 1947) è un economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico italiano.

Formatosi all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e specializzatosi al MIT di Boston, già professore universitario, negli anni novanta diventa alto funzionario del Ministero del tesoro. Dopo un breve passaggio in Goldman Sachs, nel 2005 viene nominato Governatore della Banca d’Italia, prendendo il posto di Antonio Fazio, divenendo così membro del Financial Stability Forum (Financial Stability Board dal 2009) e del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della Banca centrale europea nonché membro del Consiglio di amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali. Ha ricoperto inoltre l’incarico di Presidente del Financial Stability Forum e del Financial Stability Board. È stato Direttore esecutivo per l’Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta.

Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente della Banca centrale europea.

Biografia, studi e carriera accademica

Mario Draghi nasce a Roma nel 1947. Il padre Carlo, padovano, entra in Banca d’Italia nel 1922 per poi passare prima all’IRI di Donato Menichella e infine alla Banca Nazionale del Lavoro. La madre, Gilda Mancini, è farmacista originaria di Monteverde (AV). Mario è il primo di tre fratelli: Andreina è storica dell’arte e Marcello imprenditore. All’età di 15 anni, a breve distanza l’uno dall’altra, Draghi perde entrambi i genitori. A prendersi cura di lui e dei fratelli sarà una sorella del padre. La sorella Andreina studierà al Liceo Tasso di Roma mentre Mario e il fratello minore frequenteranno il liceo classico dell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma retto dai gesuiti. Al Massimo ha per compagni di classe Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Magalli.

Si laurea nel 1970 presso l’Università Sapienza di Roma con relatore Federico Caffè con una tesi su Integrazione economica e variazione dei tassi di cambiomolto critica sul piano di Pierre Werner, in cui sosteneva che, all’epoca (1970), non sussistessero le condizioni per un progetto di una moneta unica europea.

Nel 1971 entra al Massachusetts Institute of Technology su segnalazione di Franco Modigliani e ha come professore, fra gli altri, Stanley Fischer, futuro governatore della Bank of Israel. Nel 1977 consegue il PhD con la tesi intitolata Essays on Economic Theory and Applications[9] sotto la supervisione dello stesso Modigliani e di Robert Solow. Dal 1975 al 1981 è professore incaricato prima di Politica economica e finanziaria all’Università di Trento, poi di Macroeconomia all’Università di Padova e di Economia matematica all’Università di Venezia[senza fonte], quindi di Economia e politica monetaria e di Economia internazionale all’Università di Firenze ove, dal 1981 al 1991, è professore ordinario di Economia e politica monetaria. Mario Draghi è membro dal 1998 del Board of Trustees dell’Institute for Advanced Study (Università di Princeton) e, dal 2003, della Brookings Institution. È stato visiting fellow all’Institute of Politics della John F. Kennedy School of Government (Università di Harvard) nel 2001. Nel 2019 viene insignito della laurea honoris causa in Economia da parte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Direttore generale del Ministero del tesoro

Nel 1983 diviene consigliere di Giovanni Goria, ministro del Tesoro nel Governo Craxi I. Tra il 1984 e il 1990 è Direttore Esecutivo della Banca Mondiale.

Dal 1991 al 2001 è Direttore Generale del Ministero del tesoro. Viene chiamato da Guido Carli, ministro del Tesoro del Governo Andreotti VII, su suggerimento di Carlo Azeglio Ciampi, all’epoca governatore della Banca d’Italia. È stato confermato da tutti i governi successivi: Amato I, Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi I, D’Alema I e II, Amato II e Berlusconi II. In questi anni è stato l’artefice delle privatizzazioni delle società partecipate in varia misura dallo Stato italiano.

Nel 1992, prima che in Italia avesse inizio la stagione delle privatizzazioni, incontrò alti rappresentanti della comunità finanziaria internazionale sul panfilo HMY Britannia della regina d’Inghilterra Elisabetta II. Questo episodio scatena un’accesa polemica nel dibattito pubblico italiano. Nel 2008, il Presidente emerito della Repubblica italiana, Francesco Cossiga, ricordando quest’episodio, respinse l’ipotesi di vederlo sostituire Romano Prodi a Palazzo Chigi.

Dalla campagna di privatizzazione di società come IRI, Telecom, Eni, Enel, Comit, Credit e varie altre, lo Stato italiano ricavò all’incirca 182.000 miliardi di lire. Secondo alcune stime, il rapporto debito pubblico italiano sul Pil scese dal 125 per cento del 1991 al 115 del 2001. Fu inoltre la guida della commissione governativa che scrisse la nuova normativa in materia di mercati e finanza e per questa ragione viene informalmente chiamata legge Draghi (Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58).

Nel 1991 presiede il comitato di gestione della SACE, avviandone la riforma dell’ente e gestendone la transizione da un passato che nella stagione di mani pulite ha visto indagini e arresti relativi a ‘finanziamenti facili’.[10] Draghi torna a presiedere la SACE tra il 1998 e il 2001, nella fase della sua trasformazione in ente pubblico economico, preparandone la successiva privatizzazione.[11]

Goldman Sachs

Il 28 gennaio 2002 è stato nominato Vice Chairman e Managing Director di Goldman Sachs per guidare le strategie europee dell’istituto dalla sede di Londra e, dal 2004 al 2005, membro del Comitato esecutivo del gruppo Goldman Sachs.

Più tardi, quando il nome di Draghi incomincia a circolare per la carica di Presidente della BCE, la sua candidatura verrà messa in discussione a causa del periodo trascorso in Goldman Sachs. In particolare, a Draghi viene rimproverato il coinvolgimento nella vendita di derivati alla Grecia che le permetteranno di entrare nell’Euro. Tuttavia questa vicenda venne conclusa nel 2001 quando Draghi non era ancora entrato nella banca d’affari statunitense. Lo stesso Draghi dichiarerà che non era al corrente di quella vicenda e che comunque quel tipo di accordo non rientrava nelle sue responsabilità.

Governatore della Banca d’Italia

Il 29 dicembre 2005 diventa il nono governatore della Banca d’Italia. Draghi viene chiamato a sostituire Antonio Fazio, costretto alle dimissioni in seguito allo scandalo di Bancopoli. A causa di questa vicenda la durata dell’incarico conferito a Draghi ha un mandato a termine di sei anni, rinnovabile una sola volta. Dopo la nomina a governatore della Banca d’Italia vendette le sue azioni Goldman Sachs e affidò il ricavato a un blind trust, un fondo di cui non controlla la gestione[15][16]. Ha fatto confluire gli immobili di proprietà della famiglia nella società senza fini di lucro Serena: atto costitutivo del 17 novembre 2007, ne è socio amministratore con la moglie, le quote sono equamente suddivise, ma in nuda proprietà, tra i due figli.

Rinunciò all’assenso preventivo e vincolante della Banca d’Italia per le acquisizioni bancarie, e rese possibili fusioni bancarie di rilievo storico. Draghi rende subito chiaro la discontinuità con il predecessore Fazio. In un discorso del 2006 dichiara che non sarebbe mai intervenuto per influenzare operazioni di mercato, neanche laddove la legge gliene conferisse facoltà. Contestualmente invita il sistema bancario italiano a fusioni e aggregazioni per evitare, date le piccole dimensioni, di venire acquisite da istituti di credito stranieri. Contemporaneamente si batte per la revisione delle regole sui rapporti tra banche e imprese in due direzioni: l’innalzamento dei limiti alle partecipazioni che le banche possono detenere in gruppi industriali e alle partecipazioni nelle banche da parte di soggetti non finanziari. Nei diciassette mesi successivi hanno luogo fusioni eccellenti: UniCredit con Capitalia, Intesa con Sanpaolo IMI, Banca Popolare di Verona e Novara con il gruppo Banca Popolare di Lodi, Banche Popolari Unite con Banca Lombarda.

Le sue annuali Considerazioni finali esortavano a: riduzione delle tasse, riduzione del debito pubblico, taglio delle spese correnti, aumento degli investimenti, riforma della previdenza (2007); freno all’inflazione, riforma del mercato del lavoro, riforma del risparmio gestito, abolizione del massimo scoperto (2008); sostegno ai redditi e agli ammortizzatori sociali, innalzamento dell’età pensionabile, sostegno alle imprese da parte delle banche (2009).

Forte richiamo al dovere di modernizzare la scuola, contenuto specialmente nelle 23 considerazioni del 2007. Nel discorso del 2008 ha messo in evidenza lo scarto di produttività tra il Mezzogiorno e il Nord Italia. Non risparmiò critiche alla manovra finanziaria presentata dal governo Berlusconi nel 2008, entrando così in polemica con il ministro Tremonti.

Financial Stability Board

È stato Presidente del Financial Stability Forum (divenuto nel 2009 Financial Stability Board) dall’aprile del 2006 al 2011, succedendo allo statunitense Roger W. Ferguson, Vice Chairman of the Board of Governors of the Federal Reserve System.

Come presidente del Financial Stability Forum preparò un rapporto sulle cause delle turbolenze che hanno investito i mercati mondiali in seguito alla crisi dei subprime statunitensi, indicando anche i rimedi. Nell’aprile 2008 presentò al G7 a Washington il suo piano per migliorare la trasparenza dei mercati finanziari mondiali.[26]

Presidente della Banca centrale europea

Il 16 maggio 2011, l’Eurogruppo ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della Banca centrale europea.Il vertice di Bruxelles del 16 maggio ha trovato l’accordo fra i ministri della zona euro sulla candidatura di Draghi alla presidenza della Banca centrale europea, però la nomina definitiva è avvenuta solo dopo la decisione dei leader al vertice Ue del 24 giugno.

In questa data Mario Draghi è stato scelto come successivo Governatore della Banca centrale europea, entrando in carica il successivo 1º novembre. Al suo posto quale Governatore della Banca d’Italia, dopo una complessa scelta da parte del Governo Berlusconi IV, è stato nominato Ignazio Visco il 20 ottobre 2011.

A un mese dal suo insediamento, nell’intervento davanti all’Europarlamento ha chiesto ai Paesi dell’UE di recuperare in affidabilità, dichiarando che serve un segnale forte per i mercati, anche “un cambiamento dei trattati non va escluso” per andare verso una politica di bilancio omogenea.

Il 5 agosto 2011, poco prima del suo insediamento, ha scritto, insieme col presidente uscente della BCE, Jean Claude Trichet, una lettera al governo italiano per sollecitare una serie di misure economiche, che l’Italia avrebbe dovuto al più presto attuare.

Il 26 luglio 2012, in un intervento a Londra, annuncia che la Banca centrale europea farà tutto il possibile (Whatever it takes) per salvare l’Euro.

Il 31 dicembre 2012 è stato nominato uomo dell’anno dai quotidiani inglesi Financial Times e The Times, per aver ben gestito la crisi del debito sovrano europeo in un momento molto delicato come l’estate di quell’anno quando la crisi finanziaria stava per contagiare grandi economie, come la spagnola e l’italiana.

Il 22 gennaio 2015 il presidente Mario Draghi lancia l’atteso Quantitative easing, con cui la Banca centrale europea acquista titoli di stato dei paesi dell’Eurozona per 60 miliardi di euro fino al settembre 2016.

Il 31 ottobre 2019, con il tradizionale rito di passaggio di consegne alla sua successore Christine Lagarde, termina ufficialmente il suo mandato di presidente della BCE.

Nel 2018, secondo la rivista Forbes, è considerato il 18° uomo più potente del mondo.

Il 10 luglio 2020 è stato nominato da papa Francesco membro ordinario della Pontificia accademia delle scienze sociali.

Nel 2015 ha dichiarato che le proprie idee politiche rientrano nel socialismo liberale, quindi non collocabili in raggruppamenti estremi.

Premier incaricato

Il 2 febbraio 2021 il Presidente della Repubblica annuncia che conferirà l’incarico da premier il 3 febbraio a Draghi.

Vita privata

Cattolico e devoto a sant’Ignazio di Loyola, Draghi è sposato dal 1973 con Maria Serenella Cappello, esperta di letteratura inglese, e ha due figli: Federica, dirigente di una multinazionale delle biotecnologie, e Giacomo, Portfolio Manager in Lmr Partners LLP.


La first lady dal sangue blu: chi è Maria Serena Cappello, la moglie di Mario Draghi


Mario Draghi