Cronaca

Chi è Monia Bortolotti, arrestata per aver ucciso i figli neonati

Si chiama Monia Bortolotti la donna arrestata con l’accusa di aver ucciso i due figli neonati. Conoscita come Mia, ha 27 anni. È nata in India il 17 maggio 1996, è stata l’ultima orfana di Madre Teresa di Calcutta ad essere stata adottata in Italia da una famiglia di Gazzaniga. È stata cresciuta da Laura Brena, con la quale parla di un rapporto difficile, e Pietro, che l’ha ospitata nell’ultimo periodo.

Chi è Monia Bortolotti, la donna arrestata per aver ucciso i figli neonati

In seguito all’autopsia effettuata sul corpo di Mattia, il secondo figlio morto a due mesi, i rapporti con il compagno Cristian Zorzi, 52 anni, si sono interrotti. Prima della gravidanza, Mia lavorava come insegnante di ballo, ma aveva lasciato tutto e si era trasferita a Pedrengo a casa del padre dei suoi figli.

Prima di essere arrestata per infanticidio, Monia Bortolotti aveva affidato ai social quella che oggi, alla luce delle indagini, appare come una difesa preventiva. Sul gruppo Facebook dedicato alla Sids, la Sindrome da morte in culla, la ragazza ha scritto diversi post, pubblicando alcune foto mentre tiene tra le braccia Mattia e Alice.

L’ultimo post

Nell’ultimo post, datato 13 ottobre, la donna ha scritto: “La Procura incolpa me, come se tutta questa tragedia fosse voluta, cercata. A nessuno importa che i miei bimbi fossero seguiti e tenuti come fiorellini, perfetti. A nessuno importa come io cercassi disperatamente di essere la mamma che non ho mai avuto“.

Lo scorso 3 agosto aveva pubblicato una foto nella quale tiene in braccio Mattia e Alice, accompagnata dal messaggi: “Giorno e notte continuo a chiedermi come sia successo e se sia davvero possibile sopravvivere a questo dolore, perché i bimbi non dovrebbero stare da nessuna parte, se non tra le braccia di mamma e papà“.

E ancora, il 20 agosto scriveva: “Care mamme e cari papà, ho perso la mia prima bimba in culla, soffocata da un rigurgito. La colpa è mia, per averla messa a dormire di lato sui suoi cuscinotti tanto morbidi. E il secondo, nato l’anno successivo, andatosene molto probabilmente schiacciato da me mentre mi sono addormentata allattandolo. Al mio risveglio era ancora vivo, ma per poco. La colpa è ancora mia perché, per evitare la stessa tragedia avvenuta alla sorellina, lo tenevo in braccio giorno e notte, camuffando le mie paure per non disturbare nessuno». La 27enne si addossa le colpe, ma descrive l’accaduto come un incidente, e parla anche del rapporto con la madre: «Perché adottata? Perché adottata da una mamma nociva e anaffettiva? Chi lo sa…“.

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