Chi è Siniša Mihajlović, ospite della terza serata del Festival di Sanremo. Nato a Vukovar il 20 febbraio del 1969 è un allenatore di calcio ed ex calciatore serbo con cittadinanza italiana, di ruolo centrocampista o difensore, allenatore del Bologna.
Dal febbraio del 1995 è legato ad Arianna Rapaccioni, romana ed ex soubrette televisiva, poi sposata nel luglio del 2005; da questa relazione ha avuto cinque figli, Viktorija, Virginia, Miroslav, Dushan e Nicholas. Nel 1993 aveva già avuto un altro figlio, Marko, riconosciuto sin dall’inizio ma incontrato solo nel 2005 a causa della fine della relazione con la madre, avvenuta prima della sua nascita.Possiede il passaporto italiano.
Il 13 luglio 2019 annuncia in conferenza stampa di aver contratto una forma di leucemia mieloide acuta, per la quale ha previamente deciso di sottoporsi a cure immediate.
Festival di Sanremo, chi è l’ospite di Siniša Mihajlović
Dotato di un sinistro potente e preciso, è ritenuto uno dei maggiori specialisti della sua generazione nell’esecuzione di calci piazzati: acquisì questa reputazione durante la sua militanza nelle file della Stella Rossa, allorché il suo tiro divenne oggetto di studio di alcuni ricercatori del dipartimento di fisica dell’Università di Belgrado, i quali calcolarono una velocità massima di 160 km/h.
Il giocatore perfezionò ulteriormente le proprie doti balistiche con l’arrivo in Italia: dapprima incentrati sulla potenza, i suoi tiri divennero progressivamente più precisi. In Serie A, Mihajlović ha realizzato 28 reti su punizione, di cui 3 in una sola partita: si tratta di due record per il massimo campionato italiano — il primo dei quali calcolato a partire dal 1987 —, il secondo dei quali condiviso con Giuseppe Signori.
Tra i «segreti» della sua abilità nei calci di punizione, Mihajlović annoverò la rincorsa breve che sorprendeva i portieri, la tendenza a usare diverse tecniche di tiro nonché l’insolita routine di esercizio, che comprendeva l’impiego di barriere artificiali poste a una distanza inferiore a quella prevista in partita.
La malattia di Mihajlović
L’amicizia tra Mihajlović e Ibrahimovic
Stasera al Festival di Sanremo Mihajlović e Ibrahimovic cantano la loro amicizia sulle note di ‘Io vagabondo’, capolavoro dei Nomadi del 1972. È il 20 aprile 2005, Juventus-Inter si gioca in notturna. Tra Sinisa, difensore nerazzurro, e Zlatan, attaccante bianconero, si disputa una partita nella partita. Una guerra delle parole: insulti, battute. Il fuoco di Miha scalda il sangue di Ibra, che reagisce con una testata.
Finisce con il gol di Cruz che regala la vittoria agli ospiti e tre giornate di squalifica per il gladiatore svedese. “Mihajlovic in campo era tosto davvero – racconta Ibra nel suo libro -. Sulle punizioni era uno dei migliori specialisti al mondo, e poi gli piaceva provocare”. E ancora: “Aveva un caratteraccio. Si accendeva come una bomba”. Tuttavia, chiarisce, “quello che succede in campo rimane in campo, e spesso sono diventato molto amico proprio con i tipi con cui mi sono scontrato duramente, forse perché ci assomigliamo”.