Sanremo 2024

Chi è Stefano Massini, ospite al Festival di Sanremo 2024

Chi è Stefano Massini, ospite al Festival di Sanremo 2024. Sul palco dell’Ariston, durante la terza serata del Festival di Sanremo 2024, salirà anche Stefano Massini. Lo scrittore e drammaturgo, vincitore di ben cinque Tony Award, si esibirà insieme a Paolo Jannacci, in un brano contro le morti sul lavoro. Scopriamolo meglio tra biografia, lavoro e l’invito al festival.

Chi è Stefano Massini: biografia e lavoro

Stefano Massini è nato a Firenze nel 1975, frequenta il liceo classico Dante e poi si laurea in lettere antiche all’Università di Firenze. Il suo approccio al teatro lo si deve al servizio civile, quando a 24 anni ha collaborato al Maggio Musicale Fiorentino. Poco tempo dopo, nel 2001, è assistente volontario di Luca Ronconi, al Piccolo Teatro di Milano. Lì inizia a scrivere nuovi testi e a sperimentare la scrittura scenica. Nel 2005, con l’opera originale L’odore assordante del bianco, vince all’unanimità il premio Tondelli.

Il suo lavoro maggiormente riconosciuto è Lehman Trilogy, un’opera teatrale presentata per la prima volta nel 2009. Un’opera che nel 2022 gli è valsa la vittoria di cinque Tony Award.

Nel 2016 ha scritto anche il romanzo satirico Qualcosa sui Lehman, mentre oggi collabora con il quotidiano La Repubblica e soprattutto con l’emittente televisiva La7, con i suoi monologhi a PiazzaPulita.

L’invito a Sanremo 2024

Insieme a Paolo Jannacci, Stefano Massini si esibirà sul palco di Sanremo 2024, con “L’uomo nel lampo“, un brano inedito scritto per denunciare le morti sul lavoro. I due collaborano da anni, dai tempi dello spettacolo teatrale “Storie” prodotto dal Piccolo Teatro di Milano.

Di seguito le parole dello scrittore sulla canzone contro le morti sul lavoro:

1485 persone sono morte nel 2023 sul lavoro e due nelle ultime ore. Si dice guadagnare per vivere, ma qui si parla di guadagnare per morire. Tutto questo accade sempre con l’alibi della deplorevole fatalità. Sono morti di cui nessuno si ricorda, vengono umiliati quando si dice che è una casualità. Massima ipocrisia. Se i diritti di quei lavoratori fossero stati tutelati il 70% di loro sarebbe ancora vivo e guarderebbe Sanremo. Noi faremo una cosa molto forte e il pezzo è drammatico. È la storia di un operaio che muore giovanissimo in una esplosione in fabbrica. Questo operaio lascia un figlio, nato da pochi giorni. Con Paolo mi sono immaginato che il padre parli al figlio da una fotografia, posizionata in salotto”.

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