Cronaca

Morta Monica Vitti, chi era l’attrice: età, carriera, vita privata, marito e figli

Lutto nel mondo dello spettacolo: è morta l’attrice Monica Vitti. Aveva 90 anni. Chi era? Scopriamo insieme l’età, la vita privata, la carriera. L’attrice è deceduta oggi, mercoledì 2 febbraio, all’età di 90 anni. “Roberto Russo, il suo compagno di questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con grande dolore, affetto, rimpianto”, ha scritto Walter Veltroni sui social.

Monica Vitti, chi era: età, carriera e vita privata

Nata Maria Luisa Ceciarelli a Roma, il 3 novembre del 1931, aveva compiuto da qualche mese 90 anni. Attrice icona del cinema italiano, era assente dalle scene dal 2001,quando fu ricevuta al Quirinale per i David di Donatello. Musa di Michelangelo Antonioni, regina della commedia all’italiana al fianco di Alberto Sordi.


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La malattia di Monica Vitti

Il suo compagno Roberto Russo, che le è stato accanto negli ultimi anni di malattia tipo Alzheimer, aveva raccontato così le sue condizioni: “Le preparerò una torta con una candelina simbolica e insieme passeremo una delle tante giornate che abbiamo condiviso — dice Russo — Ci conosciamo da 47 anni, nel 2000 ci siamo sposati in Campidoglio e prima della malattia, le ultime uscite sono state alla prima di Notre Dame de Paris e per il compleanno di Sordi.

Ora da quasi 20 anni le sto accanto e voglio smentire che Monica si trovi in una clinica svizzera, come si diceva: lei è sempre stata qui a casa a Roma con una badante e con me ed è la mia presenza che fa la differenza per il dialogo che riesco a stabilire con i suoi occhi, non è vero che Monica viva isolata, fuori dalla realtà”.

Chi era Monica Vitti: la vita e il cambio di nome

Nata a Roma da padre romano, Angelo Ceciarelli, e da madre bolognese, Adele Vittiglia, da bambina ha vissuto a Messina per circa otto anni a causa del lavoro del padre, un Ispettore del Commercio Estero. In quel periodo fu soprannominata scherzosamente dai familiari “setti vistìni”, per via della sua freddolosità che la portava a indossare i vestiti l’uno sull’altro. Sette sottane, traduzione del nomignolo infantile, diventò poi il titolo del suo primo libro autobiografico, edito nel 1993, seguito da Il letto è una rosa (1995). Scoprì la passione per il teatro durante la guerra, mentre – racconta lei stessa – giocava con i burattini dilettando i fratelli, distraendoli così da un periodo molto buio.

Nel 1953 si diplomò all’Accademia nazionale d’arte drammatica, allora diretta dal suo maestro Silvio D’Amico e intraprese quella che sarà una breve ma formativa attività teatrale, in cui diede prova della sua versatilità recitando in Shakespeare e Molière. Particolarmente significativa fu la sua esperienza accanto a Sergio Tofano – suo insegnante in Accademia – negli allestimenti delle commedie sul personaggio di Bonaventura, firmate dallo stesso Tofano con lo pseudonimo “Sto”; qui offrirà le sue prime prove di versatilità nella comicità, che contraddistinguerà gran parte della sua carriera.

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Su consiglio di Tofano, in quegli anni fu invitata ad adottare un nuovo nome e cognome, più artistico. Allora si mise a tavolino, e scelse metà del cognome di sua madre, Vittiglia, alla quale fu molto legata e che perse in giovane età[4]. Al cognome associò il nome “Monica”, che aveva appena letto in un libro e le suonava meglio[5]. Nel 1956 esordì come Ofelia in Amleto di Riccardo Bacchelli al Teatro Olimpico di Vicenza e in Bella di Cesare Meano al Teatro del Convegno di Milano con la regia di Enzo Ferrieri. A Roma si esibì in una serie di atti unici comici al Teatro Arlecchino (ora Teatro Flaiano).