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Chi era Marco Pantani, campione di ciclismo scomparso il 14 febbraio 2004

Marco Pantani nasce il 13 gennaio 1970 a Cesena. Professionista dal 1992 al 2003, soprannominato “il Pirata” e considerato da molti il più forte scalatore di sempre.
Ottenne in tutto 46 vittorie in carriera con i migliori risultati nelle corse a tappe, vincendo la medaglia di bronzo ai mondiali in linea del 1995 e, nel 1998, il Giro d’Italia e il Tour de France, risultando l’ultimo ciclista ad aver realizzato l’accoppiata Giro-Tour.

Marco Pantani: vita e carriera del Pirata

Esordisce come professionista il 5 agosto 1992 con la squadra “Carrera Tassoni“, con cui correrà fino al 1996. La prima vittoria arriva nel 1994, al Giro d’Italia, nella tappa di Merano. Lo stesso anno Marco Pantani vince anche la tappa dell’Aprica, e il suo nome comincia a farsi conoscere.

Nel 1995 arriva la vittoria nella tappa di Flumsberg al Giro di Svizzera, ma sono le due tappe al Tour de France a imporlo con forza all’attenzione del grande pubblico e dei media. Anzichè utilizzare il classico berrettino, Pantani corre con una bandana colorata sul capo: il mito del “Pirata” nasce lì, sulle salite del Tour.



Nello stesso anno vince il bronzo ai Campionati del mondo di Duitama in Colombia, ma è in agguato il primo dramma della sua carriera: il terribile incidente alla Milano – Torino. Le circostanze lo costringono a lunghe cure e a saltare un’intera stagione. Torna nel 1997 e riprende le gare passando alla squadra Mercatone Uno.

La sfortuna tuttavia sembra ancora perseguitarlo: una caduta al Giro d’Italia (25 Maggio, tappa di Cava dei Tirreni) lo costringe al ritiro. Si riprende in tempo per partecipare al Tour de France dove vince la tappa dell’Alpe D’Huez e di Morzine.

Il 1998 è l’anno di una straordinaria impresa: Marco Pantani, indomabile in salita, vince il Giro d’Italia (si impone nelle tappe di Piancavallo e Montecampione) e subito dopo vince il Tour de France. In Francia vince le tappe di Plateau de Beille e Les Deux Alpes, prima di arrivare al Parco dei Principi, a Parigi, da trionfatore in maglia gialla.

Con questa impresa Pantani entra a pieno merito nell’élite dei campionissimi che hanno vinto Giro e Tour nello stesso anno.

La squalifica del 1999

Il 1999 comincia alla grande: Pantani sembra destinato a dominare ancora in Italia e all’estero. Al Giro si prende la maglia rosa e vince quattro tappe (Gran Sasso, Oropa, Pampeago, Madonna di Campiglio). Proprio sulle rampe della strada che sale da Pinzolo verso la località delle Dolomiti di Brenta se ne va solo, alla sua maniera, con uno scatto secco, per tutti irresistibile.



Escluso dal Giro 1999 a seguito di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda e, pur tornato alle gare non molto tempo dopo, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato.

Caduto in depressione, morì il 14 febbraio 2004 a Rimini, per intossicazione acuta da cocaina e psicofarmaci antidepressivi, con conseguente edema polmonare e cerebrale, così come provato dall’autopsia del 2004 e da una successiva perizia medico-legale del 2015.

La morte

Nel febbraio 2004, mentre i genitori partirono per una vacanza in Grecia, il Pirata affermò di voler andare in vacanza in montagna passando da Milano.

Secondo la testimonianza della madre fece le valigie portando tre giubbotti, di cui uno da sci, che però avrebbe lasciato in albergo a Milano, quando, cambiata idea, decise di andare a Rimini.

Secondo quanto dichiarato da un tassista, il bagaglio di Pantani era solamente una piccola busta di plastica contenente medicinali. Tuttavia, nonostante ciò, i tre giubbotti furono trovati nella stanza del residence dove il ciclista alloggiava.



Arrivò a Rimini il 10 febbraio, prendendo alloggio inizialmente per una notte, poi per quattro. La sera del 14 febbraio 2004 venne trovato morto nella stanza D5 del residence “Le Rose” di Rimini (edificio demolito e sostituito da un hotel che porta lo stesso nome).

L’autopsia rivelò che la morte era stata causata, fra le 11:30 e le 12:30, da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un’overdose di cocaina e, secondo una perizia effettuata in seguito, anche da psicofarmaci.

La morte di Pantani lasciò sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote. Le sue spoglie sono sepolte nel cimitero di Cesenatico, in un’edicola decorata da una vetrata artistica riproducente un particolare del Compianto su Cristo morto di Alessandro Tiarini.

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