Di certo per i Ferragnez, queste non sono le solite vacanze di Natale, dopo la bufera del caso Balocco. Sul caso del pandoro gate di Chiara Ferragni, infatti, sono interventi i suoi legali. L’imprenditrice è subito corsa ai ripari affidandosi a una task force.
Chiara Ferragni, i legali: “Nessun reato, pronti a collaborare”
Le vacanze di Natale più difficili degli ultimi anni per Chiara Ferragni. Dopo la bufera, l’imprenditrice è corsa ai ripari affidandosi a una task force di esperti nella gestione delle crisi aziendali. Di conseguenza, dopo la Procura di Milano, che il 19 dicembre ha aperto un fascicolo, anche quella di Prato ha avviato un procedimento. Al momento però senza indagati o ipotesi di reato.
“Pronti a collaborare con qualunque Procura d’Italia in attesa di chiarezza su chi siano i magistrati competenti a indagare e con cui interloquire“. A dirlo alle agenzie sono stati gli avvocati dello studio legale Bana di Milano, che stanno assistendo Chiara Ferragni. I legali sono dunque in attesa di capire quale sia la Procura competente. Tuttavia gli avvocati si dicono tranquilli ed escludono reati sul caso dei “Pandoro Pink Christmas” di Balocco e la mancanza beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino.
Cosa sta succedendo
Per ora i legali hanno deciso di non parlare pubblicamente, almeno fino all’Epifania, nemmeno dopo il fascicolo aperto dalla Procura di Prato ieri. Il fascicolo aperto della Procura di Milano è a modello 45: questo significa che non c’è nessuna ipotesi di reato, né la truffa e né la frode in commercio. Lo stesso vale a Prato e a Cuneo. Le indagini sono partite sulla base dell’esposto per truffa aggravata depositato da Codacons e Assourt in 104 Procure d’Italia.
Verrà, quindi, individuata la competenza sulle indagini per riunirle in un unico fascicolo. A Milano hanno sede le società Fenice srl e TBS Crew srl che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla figura di Ferragni. Nella città di Fossano, Cuneo, ha sede la Balocco. A Prato come del resto in tutta Italia si trovano i consumatori che hanno acquistato i pandori, forse convinti di contribuire con il loro denaro all’acquisto di un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Per dimostrarlo, però, dovrebbero aver tenuto le ricevute di pagamento di oltre un anno fa.