Cronaca

Shock a Chieti, nipote uccide il nonno e pubblica il video su WhatsApp: finisce in carcere il 15enne

Shock a Chieti dove un ragazzino di 15 anni uccide il nonno, realizzando un video che poi pubblica  su Whatsapp: è stato arrestato il 15enne accusato di omicidio. I fatti sono accaduti nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 luglio, quando il 78enne aggredito e malmenato dal nipote quindicenne è morto.
Tutto è iniziato nel primo pomeriggio dell’8 luglio in una contrada del piccolo comune adriatico dove il ragazzo, affidato ai nonni materni, avrebbe avuto una discussione con la nonna avvenuta nel corridoio della loro abitazione.

Chieti, uccide il nonno e pubblica il video su WhatsApp: arrestato

In seguito a quella accesa discussione, il 15enne avrebbe reagito con violenza, scagliandosi contro gli anziani, in particolare contro il nonno. Lo avrebbe colpito a calci e utilizzando un aspirapolvere ed una sedie. Poi si è chiuso in camera da letto, uscendo solo dopo l’arrivo delle forze dell’ordine. Stando a quanto scrive Il Centro, dopo aver ucciso il nonno, il 15enne avrebbe filmato tutto, pubblicando il video sullo stato di Whatsapp.

È stata la nonna a far scattare i soccorsi, ma per l’anziano marito non c’è stato nulla da fare. Il 15enne è stato portato al policlinico di Chieti dove è piantonato dai militari: è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio ora da riformulare.

La custodia cautelare

Svolta nelle indagini dell’omicidio: il Gip ha disposto la custodia in carcere nei confronti del nipote affetto da problemi psichiatrici accusato di aver ucciso nel pomeriggio di venerdì scorso il nonno colpendolo con una sedia e con un aspirapolvere fino alla morte, il tutto filmandolo e postandolo sui social.

Il giovane dovrà quindi rispondere di omicidio volontario aggrevato. Questa mattina è arrivato all’Aquila a bordo di un’ambulanza che lo ha prelevato dal policlinico dove è ricoverato.

Il legale

“Hanno applicato la misura carceraria – ha commentato il legale del ragazzo, Roberto Di Loreto – ma più che altro per carenza sul territorio di comunità in grado di accogliere il minore nell’immediatezza. Questo anche per una garanzia nei confronti del minore e per ragioni di sicurezza e di incolumità”.

“Il ragazzo – prosegue l’avvocato – è apparso in uno stato confusionale e non ha ritenuto di rispondere all’interrogatorio, ma probabilmente anche per una questione dovuta sia alla sua confusione, sia per il trattamento necessario ricevuto nella contingenza del caso da parte del servizio psichiatrico”.