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Cenone di Natale, come evitare intossicazioni con frutti di mare e frutta secca: i consigli degli esperti

Cibo "pericoloso" a Natale, i consigli degli esperti per le feste

Foto di repertorio

Durante le festività natalizie, i consumi alimentari in Campania evidenziano l’importanza delle tradizioni culinarie locali, ma anche alcune criticità legate alla sicurezza alimentare, agli sprechi e agli eccessi.

“È fondamentale prestare attenzione al rischio di intossicazioni alimentari, soprattutto per il consumo di pesce e frutti di mare, protagonisti del cenone della Vigilia di Natale. Anche la frutta secca, se non conservata adeguatamente, può sviluppare muffe e aflatossine pericolose per la salute. Infine, non sottovalutiamo l’igiene di utensili domestici come strofinacci e spugne, che possono essere fonti di contaminazione batterica“, ha dichiarato Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM), in un’intervista a Fanpage.it.

Cibo “pericoloso” a Natale, i consigli degli esperti per le feste

Secondo i dati forniti dall’IZSM, nel 2023 gli italiani hanno speso oltre 2,5 miliardi di euro in cibi e bevande per le festività natalizie, segnando un incremento del 38% rispetto all’anno precedente. In Campania, il pesce resta il protagonista del cenone della Vigilia, presente nel 71% delle tavole italiane, mentre il pranzo di Natale è dominato da carni, dolci tradizionali e spumante, scelto dall’84% delle famiglie.

Tuttavia, emerge un aspetto critico: sei italiani su dieci acquistano quantità di cibo superiori al necessario, e il 37% spreca oltre un quarto di quanto comprato. I dolci natalizi, come panettone e pandoro, risultano tra gli alimenti più sprecati, seguiti dal pane e dagli antipasti.

Pesce e frutti di mare: attenzione alla sicurezza alimentare

Durante le festività, il consumo di pesce e frutti di mare richiede particolare attenzione. “Per evitare intossicazioni, è essenziale acquistare prodotti ittici solo da rivenditori autorizzati e sottoposti ai controlli sanitari. I molluschi devono essere confezionati con etichette che riportino informazioni sulla provenienza, la specie, la data di confezionamento e di scadenza”, sottolinea Limone.

Una volta acquistati, il pesce e i frutti di mare devono essere conservati in frigorifero, avvolti in un panno umido, e consumati entro breve tempo. È importante non immergerli nuovamente in acqua e non conservare quelli già aperti e non utilizzati. Se si acquistano prodotti congelati, è consigliabile cuocerli direttamente senza scongelarli. In caso di scongelamento, questo deve avvenire in frigorifero e mai a temperatura ambiente.

Igiene e conservazione in cucina: le buone pratiche

La cucina domestica può essere uno dei luoghi principali di contaminazione alimentare, in particolare per il rischio di contaminazioni crociate tra alimenti crudi e cotti. Per prevenire questi problemi, è fondamentale separare i cibi crudi da quelli cotti e utilizzare utensili puliti per la preparazione. Strofinacci e spugne, spesso trascurati, devono essere cambiati frequentemente per evitare l’accumulo di batteri.

Per ridurre gli sprechi, gli avanzi dei pasti vanno conservati in frigorifero immediatamente dopo il consumo. Anche dolci come pastiere e cassate necessitano di basse temperature per evitare il deterioramento. La frutta secca, invece, deve essere riposta in luoghi asciutti con umidità inferiore al 10%, così da prevenire la formazione di muffe e la contaminazione da aflatossine.

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