La Cina ha consegnato dei missili antiaerei alla Serbia. L’Alleanza Nato è preoccupata per eventuali ripercussioni nel conflitto in Ucraina.
Serbia riceve missili dalla Cina, Nato in allerta
La Cina ha consegnato dei missili anti aerei modello Fk-3 alla Serbia. Quest’ultimo li ha mostrati in una manifestazione pubblica e ad oggi è l’unico Paese in Europa a disporne. L’invio di tali armi è stato effettuato lo scorso aprile quando sui radar europei comparvero le tracce dei voli militari cinesi. In precedenza Pechino aveva già rifornito il Paese con dei droni.
Le caratteristiche dei missili
Gli Fk-3 usano rampe di lancio angolate anziché verticali, ciò rende più ampio il loro tiro. Inoltre sono molto precisi nel centrare i bersagli ed è difficile intercettarli in volo. Il loro raggio di azione è 100 Km. I missili si trovano all’interno di tubi di lancio trasportabili su autocarri collegati ad un veicolo terzo che funge da centro di lancio e controllo.
Il legame tra Serbia e Cina
La Serbia è divenuto il principale interlocutore cinese in Europa. Basti pensare all’adesione del progetto Nuova via della seta, di cui il Paese è parte. Da anni inoltre Pechino sta rifornendo militarmente Belgrado, ciò allo scopo di comunicare la sua potenza e il suo desiderio di penetrazione in Europa. L’obiettivo è limitare l’influenza degli Usa nel continente e più in generale della Nato. Infatti per rifornire la Serbia gli aerei militari cinesi hanno sorvolato indisturbati 2 Paesi Nato, Bulgaria e Turchia. Un alto messaggio lanciato al blocco occidentale.
I timori della Nato
Tale consegna in un momento del genere, dove è in corso un conflitto in Ucraina, non può non intimidire. Infatti la Cina resta un alleato e partner commerciale della Russia e a separare la Serbia sono pochi km. Ciò non rendere plausibile un ingresso in guerra, al contrario, ma solo che anche la Cina sta intensificando i suoi rapporti con altri Paesi con lo scopo di rendere più marcata una frattura sul continente. Infine la Serbia è anch’esso un partner della Russia per le origini comuni slave, non a caso nel primo conflitto mondiale Mosca entrò in guerra a causa di tale legame “fraterno“.