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A 13 anni beve una cioccolata al bar e muore per shock anafilattico, era allergica al latte: “Barista avvertito ma non ha capito”

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Foto di repertorio

Beve una cioccolata calda al bar ma è allergica al latte: 13enne morta per shock anafilattico nel Regno Unito. “Il personale dovrebbe sempre sapere cosa c’è dentro ogni cosa. Se il barista avesse seguito la procedura, sicuramente non saremmo in questa situazione” ha dichiarato la mamma dopo la fine dell’inchiesta.

Beve una cioccolata calda ma è allergica al latte: 13enne morta nel Regno Unito

Resto sveglia la notte a chiedermi se potevo evitarne la morte”: è la straziante confessione di Abimbola Duyile, madre di una ragazza britannica di 13 anni morta per shock anafilattico poche ore dopo aver bevuto un sorso di cioccolata al bar l’8 febbraio dell’anno scorso. L’inchiesta sul decesso della giovane si è concluso nelle scorse settimane stabilendo che la 13enne è morta a causa della “mancata osservanza delle procedure in atto per le allergie” e di una “mancanza di comunicazione” tra il personale della caffetteria e la madre di Hannah.

L’inchiesta

La ragazzina era allergica al latte ma il locale dice che nessuno lo ha comunicato. Di altro parere la mamma che ha dichiarato di aver ordinato due cioccolate calde alla soia e di aver chiesto al personale di pulire le attrezzature che stavano utilizzando proprio per via delle allergie.

L’inchiesta ha accertato che la cioccolata calda potrebbe essere stata preparata con latte vaccino e alla signora Duyile non è stato mostrato alcun menu in cui era riportato l’elenco degli ingredienti della bevanda. L’autopsia ha accertato che la ragazzina è morta in seguito a una reazione allergica scatenata da un ingrediente presente nella sua cioccolata calda.

Le dichiarazioni della mamma

“Tutti devono cambiare i propri metodi. Il personale dovrebbe sempre sapere cosa c’è dentro ogni cosa. Dovrebbe essere una cosa di base comune. Ogni singola persona nei ristoranti e bar deve saperlo” ha dichiarato la madre della ragazza.

“Se il barista avesse seguito la procedura, sicuramente non saremmo in questa situazione. La maggior parte delle notti resto sveglio pensando che forse c’è qualcosa che avrei potuto fare diversamente… magari portando con me un EpiPen”.

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