Almanacco

Il 2 febbraio del 1928 nasce Ciriaco De Mita: la vita del celebre politico italiano

Luigi Ciriaco De Mita è un politico italiano, ex Presidente del Consiglio, più volte ministro e dal 2014 sindaco di Nusco.

Ciriaco De Mita, vita e carriera del politico italiano

Nato a Nusco il 2 febbraio del 1928 Ciriaco De Mita ha ottenuto il diploma di maturità al liceo a Sant’Angelo dei Lombardi, si iscrive all’Università Cattolica di Milano dopo avere conquistato una borsa di studio nel Collegio Augustinianum.


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Attilio Fierro, Ciriaco De Mita e Fiorentino Sullo negli anni Sessanta.

Si laurea, quindi, in Giurisprudenza, e successivamente viene assunto dall’ufficio legale di Eni, dove lavora in qualità di consulente. Avvicinatosi alla politica, nel 1956 in occasione del congresso di Trento della Democrazia Cristiana, Ciriaco De Mita viene eletto consigliere nazionale del partito; durante quell’evento si fa notare, non ancora trentenne, per le sue critiche ai criteri organizzativi della DC e a Fanfani.

Le prime esperienze da parlamentare

Nel 1963 viene eletto per la prima volta in Parlamento per il collegio di Salerno, Avellino e Benevento; tre anni più tardi alla Camera ipotizza la possibilità di stringere un accordo con il PCI in relazione all’attuazione dell’ordinamento regionale.


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Dopo essere stato nominato sottosegretario all’interno nel 1968, Ciriaco De Mita è uno dei fondatori della cosiddetta Sinistra di base, cioè la corrente più a sinistra della DC, potendo contare sul supporto di Nicola Mancino e Gerardo Bianco.

Alla guida del partito

Vicesegretario di partito con Arnaldo Forlani nel ruolo di segretario, abbandona tale carica nel febbraio del 1973, in seguito al patto di palazzo Giustiniani. Nel maggio del 1982, dopo essere riuscito a far prevalere la propria corrente dentro il partito smantellando progressivamente le altre, viene eletto segretario nazionale della Dc e fa nominare il suo consigliere economico Romano Prodi ai vertici dell’Iri.


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Nonostante il calo subìto dalla Democrazia Cristiana alle elezioni nel 1983, De Mita viene confermato alla guida del partito; nel 1985 viene inserito dal settimanale “Il Mondo” nella graduatoria degli uomini più potenti d’Italia, dietro a Gianni Agnelli e a Bettino Craxi.

De Mita Presidente del Consiglio

In seguito, il politico di Nusco è parzialmente responsabile della caduta del governo Craxi II; dopo un breve intermezzo Giovanni Goria, è proprio Ciriaco De Mita a ricevere, nell’aprile del 1988, l’incarico di formare un nuovo governo dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga.


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Diventato Presidente del Consiglio, il democristiano campano guida un pentapartito che ha il sostegno, oltre che della DC, anche dei socialisti, dei socialdemocratici, dei repubblicani e dei liberali. Pochi giorni dopo la sua nomina, tuttavia, De Mita deve affrontare un terribile lutto: il suo consulente per le riforme istituzionali, Roberto Ruffilli, senatore della DC, viene assassinato dalle Brigate Rosse in quanto “vero e proprio cervello politico del progetto demitiano”, come riportato nel volantino di rivendicazione dell’omicidio.

Nel febbraio del 1989 De Mita lascia la segreteria della Democrazia Cristiana (al suo posto ritorna Arnaldo Forlani), ma un mese dopo viene nominato presidente del partito dal Consiglio Nazionale; a maggio, invece, rassegna le dimissioni da capo del governo.

Dal governo De Mita II all’abbandono della DC

Passano poche settimane e, complice il fallimento del mandato esplorativo concesso a Spadolini, Ciriaco De Mita ottiene l’incarico di formare un nuovo governo: a luglio, però, rinuncia al compito. Il governo De Mita rimarrà ufficialmente in carica fino al 22 luglio.


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In seguito, il politico avellinese si dedica alla presidenza della DC: mantiene tale carica fino al 1992, anno in cui viene nominato presidente della commissione bicamerale per le riforme istituzionali. L’anno successivo si dimette dall’incarico (il suo posto viene preso da Nilde Iotti) e lascia la DC per entrare nel Partito Popolare Italiano.

Schieratosi in seguito con la corrente di sinistra del partito (i Popolari di Gerardo Bianco) in opposizione a Rocco Buttiglione che ha scelto di allearsi con Forza Italia, nel 1996 De Mita sostiene la nascita dell’Ulivo, la nuova coalizione di centro-sinistra.

Gli anni Duemila

Nel 2002 contribuisce alla fusione tra Partito Popolare e Margherita, dimostrandosi contrario – invece – al progetto di Uniti nell’Ulivo, la lista unitaria che raccoglie i Democratici di Sinistra, lo Sdi e i Repubblicani Europei. Anche per questo la Margherita, in occasione delle elezioni politiche del 2006, si presenta con la propria lista al Senato nell’Unione, la coalizione di centrosinistra, e non con la lista unitaria.


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Con la nascita del Partito Democratico, De Mita aderisce alla nuova realtà venendo nominato membro della Commissione Statuto del PD; in qualità di ex Presidente del Consiglio, poi, viene nominato di diritto componente del coordinamento nazionale.

Nel febbraio del 2008, tuttavia, in polemica con lo statuto, annuncia il ritiro dal PD: si oppone, infatti, al tetto massimo di tre legislature complete in conseguenza del quale non potrebbe candidarsi alle elezioni politiche dell’aprile di quell’anno. Decide, quindi, di fondare i Popolari per la Costituente di Centro, unendoli con il nucleo campano dell’Udeur per creare il Coordinamento PopolariMargherita per la Costituente di Centro, grazie al quale entra a far parte della Costituente di Centro.

Nel Duemiladieci


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Nel maggio del 2014, De Mita viene eletto sindaco di Nusco. Si riconferma alla carica di sindaco anche alle elezioni del 2019, all’età di 91 anni.

Anni Duemilaventi


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In vista delle elezioni regionali in Campania del 2020 insieme al nipote ha presentato la lista “Fare Democratico – Popolari”, a sostegno del presidente in carica Vincenzo De Luca, dando così un apporto determinante alla rielezione del Presidente di Regione.