Cronaca

Genova, iniziato il collaudo del nuovo Ponte Morandi: le operazioni dovrebbero durare 6 giorni

Genova, iniziato il collaudo del nuovo Ponte Morandi: le operazioni dovrebbero durare circa 6 giorni, e prevedono l’utilizzo di oltre 50 autoarticolati e 4 moduli spmt per le prove sulla rampa di innesto con l’autostrada A7.

Genova, iniziato il collaudo del nuovo Ponte Morandi

Le procedure del collaudo del nuovo ponte sono iniziate in realtà già intorno alle 8 di questa mattina e al momento riguardano la ‘fase zero’ delle prove in agenda, che prevede sostanzialmente operazioni di assestamento del viadotto. In questa fase è previsto che i mezzi transitino sulla struttura in formazione serrata a marcia lenta per permettere l’assestamento strutturale dell’impalcato. È attesa quindi la prova a torsione con alcuni mezzi che percorrono la carreggiata nord e la carreggiata sud e infine la prova di frenatura con alcuni mezzi in frenata contemporaneamente in un punto definito.

Il nuovo Ponte Morandi non è a norma

Il nuovo Ponte Morandi non è a norma: gli automobilisti non dovranno superare i 70km/h. Gli addetti ai lavori sapevano, ma per portare a termine la costruzione in tempo  hanno continuato i lavori. Ora sarà Anas a fare le sue valutazioni, dopo il collaudo finale. A riportare la notizia è stato Il Sole 24 Ore, secondo cui gli addetti ai lavori erano già al corrente delle criticità, ma la necessità di ricostruire in fretta ed evitare ulteriori contenziosi, avrebbe portato a non correggere l’errore.

Il percorso

Il tracciato dovrebbe rispettare le norme geometriche di costruzione di nuove strade previste dal Dm Infrastrutture del novembre 2001: il nuovo ponte avrebbe dovuto avere una forma a “S” per garantire curve più “dolci” e una maggiore sicurezza per gli utenti. Invece ricalca quasi perfettamente il vecchio tracciato rettilineo raccordato da curve strette, risalente al 1967, e quindi non rientrava nel campo di applicazione del Dm del 2011.

Le criticità

Osservata speciale la curva dopo il ponte, verso Savona: si sarebbe dovuto scavare per un centinaio di metri l’attuale galleria Coronata, per raccordarla meglio. Il problema, sfuggito al momento della progettazione di Renzo Piano, era stato già autodenunciato a febbraio 2019 da Italferr al Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Il mese successivo anche Aspi aveva segnalato in Conferenza dei servizi le non conformità progettuali del nuovo ponte. Tuttavia il Consiglio aveva scelto di non prendere alcuna posizione.