Una bella storia di sostegno è quella accaduta a Rieti. Una mamma ha ricevuto in dono dai colleghi i loro 400 giorni di feri per stare vicino al figlio che non sta bene. Il figlio 14enne è gravemente malato da due anni, costretto sulla sedia a rotelle: ma la madre, Federica, non poteva stargli vicino perché deve lavorare. A risolvere il problema ci hanno pensato i colleghi: ciascuno ha regalato le proprie ferie a Federica che in questo modo ha più di un anno a sua disposizione per stare insieme al figlio e potergli assicurare l’assistenza e le cure di cui ha bisogno per sconfiggere una terribile malattia.
I colleghi donano alla mamma le loro ferie
La storia di unione e sostegno è stata raccontata dalla stessa Federica, che ha scritto una lettera al sito locale Rietilife.com per ringraziare i suoi colleghi che le hanno regalato le proprie ferie: chi un giorno, chi un mese, chi una settimana, ciascuno secondo le proprie possibilità, ma nessuno si è tirato indietro. E la società per cui lavorano impiega più di 50 dipendenti. La donna, che vive a Rieti ed è una dipendente della Emec srl, società che si occupa di impianti idrici, è riuscita ad accumulare almeno 400 giorni di permessi per poter stare accanto al figlio che a 14 anni ha scoperto di avere una terribile malattie ed è costretto su una sedia a rotelle e a comunicare con il mondo esterno attraverso appositi macchinari.
La lettera di Federica
“Nella vita capitano cose, belle o brutte, meravigliose o terribili – scrive la donna – Quando capitano quelle terribili e improvvise la prima sensazione è di un pugno fortissimo allo stomaco che ti lascia senza respiro. Da due anni e mezzo circa la nostra vita è finita, mio marito ed io cerchiamo in ogni modo di reagire e di attaccarci ad ogni piccola speranza, e ciò con cui combattiamo di più è il tempo, perché non ne abbiamo molto e dobbiamo fare il possibile per vincere questa corsa contro di lui. Come sapete tutti purtroppo a mio figlio Nicolas è stata diagnosticata una malattia terribile, di quelle che non dovrebbero esistere e che soprattutto non dovrebbero attaccare i bambini.
A 14 anni vi lascio immaginare il suo trauma: non andare di persona a scuola ma farla dietro ad un computer, non poter più uscire con gli amici se non accompagnato da me o suo padre, continui cicli di radioterapia e chemioterapia. Una vita interrotta. La sua e la nostra preghiera è che il Signore ci doni tempo, quel tempo prezioso per permettere alla ricerca di trovare la cura che salverà Nicolas e tempo prezioso per permettere a noi di stargli vicino fino all’impossibile!
Miei amati colleghi, dell’Emec S.r.l di Rieti, siete stati capaci di regalarmi uno dei doni più preziosi: il tempo! Mi avete regalato le vostre ferie, il vostro tempo libero, quello che accumulate con fatica e sacrificio durante l’anno, per godervi il meritato riposo. Con naturalezza, ci avete rinunciato e lo avete donato a me! Il vostro cuore grande mi ha lasciato senza parole, siete stati il “respiro” che mi serviva, il “tempo” di cui avevo bisogno”.