Per la prima volta in Italia, due detenuti hanno ottenuto il permesso di incontrare le loro compagne senza la supervisione della polizia penitenziaria, con l’esplicito scopo di avere rapporti sessuali. Si tratta di un risultato diretto della sentenza della Corte Costituzionale che, lo scorso anno, ha dichiarato illegittimo il divieto assoluto all’affettività per i detenuti.
Rapporti sessuali in carcere, primi permessi in Italia
Il primo caso si è verificato nel carcere di Terni, mentre il secondo è avvenuto nella casa circondariale di Parma, come riportato dal Resto del Carlino. In entrambi i casi, i detenuti avevano inizialmente visto respinte le loro richieste di colloqui intimi con la propria compagna (a Terni) e moglie (a Parma). Tuttavia, dopo aver presentato ricorso con il supporto dei loro avvocati, i magistrati di sorveglianza hanno ribaltato le decisioni delle direzioni carcerarie, ordinando l’organizzazione di spazi idonei per gli incontri entro due mesi.
Queste decisioni sono particolarmente rilevanti perché, oltre a rappresentare l’applicazione concreta della sentenza della Corte, pongono un focus sulla necessità di individuare locali adeguati all’interno delle strutture penitenziarie. La Corte Costituzionale, infatti, aveva stabilito il principio del diritto all’affettività senza però fornire indicazioni precise sulle modalità di attuazione, lasciando alle singole carceri la responsabilità di adattarsi.
Le motivazioni dei detenuti e le prospettive future
Entrambi i detenuti coinvolti sono classificati in regime di alta sicurezza e hanno presentato motivazioni diverse: il detenuto di Terni ha giustificato la sua richiesta con il desiderio di genitorialità, mentre quello di Parma ha sottolineato la necessità di mantenere un legame affettivo con la moglie.
L’avvocato Pina Di Credico, che ha assistito uno dei detenuti, ha evidenziato come vi siano numerose altre richieste ancora in attesa di risposta, segno di un cambiamento in corso ma non ancora del tutto strutturato. Il carcere di Padova, ad esempio, è tra quelli dove le richieste per colloqui intimi sono state presentate ma non ancora valutate dalle autorità competenti.