«Colpa d’AlfredoChe con i suoi discorsi “seri” e inopportuni
Mi fa sciupare tutte le occasioni
E prima o poi lo uccido! lo uccido».
Forse Marco Baroni, tecnico del Novara, avrà canticchiato ironicamente questa strofa di uno storico pezzo di Vasco Rossi dopo il fischio finale del match tra granata e azzurri deciso da una rete di Alfredo Donnarumma. Un goal che ha consentito alla Salernitana di spezzare un lungo digiuno di turni senza vittorie (ben sette) e di poter abbandonare momentaneamente le zone calde della classifica.
Prelevato dal Teramo allo scoccare del gong della sessione estiva di calciomercato, Alfredo Donnarumma, da Torre Annunziata, si era presentato ai tifosi granata con un importante biglietto da visita: i 22 goal della passata stagione che lo avevano consacrato come una valida prima punta e attraverso i quali ha contribuito in maniera decisiva alla promozione in B dei Diavoli Rossi. Opportunismo, discreta tecnica e continuità nelle prestazioni i suoi pregi mostrati meravigliosamente nei dodici mesi in Abruzzo.
Le vicende extra-calcistiche comportano la retrocessione del Teramo in C e il suo svincolo dal club di Campitelli. Lo vuole fortemente un allenatore che lo ha avuto qualche anno prima quando il giovane Alfredo era alla prima esperienza tra i professionisti. Dicono che sia bravo con i giovani. Il suo nome è Vincenzo Torrente e Gubbio è il suo feudo. In Umbria, l’attuale tecnico della Salernitana lo utilizza spesso come esterno e Donnarumma, ad appena vent’anni, in ventitré presenze sigla cinque reti conquistando la sua prima promozione in carriera dalla Serie C alla B.
Dopo quattro anni le strade dei due si incrociano nuovamente. Donnarumma è cresciuto, ha masticato tanta C (ha giocato con Lanciano e Como) ed un pizzico di B (con il Cittadella). Ma soprattutto ha modificato il suo modo d’interpretare la propria posizione in campo. Da gracile esterno, è diventato una punta centrale in grado di cambiare il volto della partita.
A Salerno si presenta con un bell’assist a Troianiello per il 3-1 nel derby contro l’Avellino. Un infortunio muscolare, avvenuto alla vigilia della trasferta di Pescara, condiziona il suo rendimento. Man mano “esce” dall’undici titolare con il tecnico costiero che gli preferisce Milinkovic e/o Troianiello. Poi, nel nulla, dopo giornate di latitanza il lampo di Bari. Un goal simile a quelli realizzati lo scorso anno a Teramo. Ieri, partendo nuovamente dalla panchina, sigla una rete importantissima che salva la panchina di Torrente. Dopo il goal ottiene quello che aveva sperato e sognato: l’abbraccio caldo della Curva Sud.
E ora via, verso Latina. Un’altra partita importante. E magari un altro allenatore che ricorderà con dispiacere la canzone di Vasco.