Roberto Burioni spiega come funziona il vaccino contro il Coronavirus. “Ci sono dei dati che arrivano in maniera irrituale, noi siamo abituati a ricevere i dati dai giornali scientifici, questa volta arrivano dall’Amministratore Delegato di un’importantissima casa farmaceutica” ha dichiarato il noto divulgatore scientifico, ospite di Che Tempo Che Fa su Rai 3.
Coronavirus, Burioni spiega come funziona il vaccino
“In questa immagine vediamo il nostro nemico ed alcune delle sue armi più temibili: queste proteine, Proteine – S (Spike). Sono le chiavi false con cui il virus entra nelle nostre cellule e riesce ad infettarci. Quelle strutture rosse, sono le armi ma anche il suo punto debole, perché se noi con gli anticorpi riusciamo a nascondere quella chiave falsa, il virus non riesce più a infettare. E sono gli anticorpi, chiamati neutralizzanti.
“Il motivo per cui noi non ci infettiamo di morbillo, di rosolia, dopo che ci siamo vaccinati e per questi anticorpi neutralizzanti. La proteina S da dove si prende? Dobbiamo produrla e non è semplice. Per produrla serve un bioreattore, dove noi mettiamo delle cellule ingegnerizzate che producono la proteina S”.
Quanto tempo ci vorrà per il vaccino anti-covid
“È un processo, lungo, complicato. Ciò rende la produzione di un vaccino più difficile. In questo caso però si è trovata una scorciatoia. So da colleghi statunitensi che stanno programmando l’inizio delle vaccinazioni per i sanitari il 15 dicembre. È un immenso sospiro di sollievo, una luce in fondo al tunnel. Se sarà coronata dal successo, questa è la più grande impresa che la scienza e l’uomo abbiano fatto nella storia. Siamo in un mondo nuovo, in senso positivo.
So da colleghi statunitensi che stanno programmando l’inizio delle vaccinazioni per i sanitari il 15 dicembre. Stanno programmando, poi se arrivano cose inaspettate, si fermano. Però sono pronti. Siamo abituati ad avere i dati dalle pubblicazioni scientifiche, stavolta arrivano dal Ceo di un’importantissima casa farmaceutica. Non sappiamo quanto duri la protezione del vaccino, ma lo ritengo un problema secondario: se dura 1 o 2 anni faremo un richiamo”.
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