Cronaca

Concertone del Primo Maggio, il monologo di Fedez che non piace alla politica: poi Salvini ci ripensa

Una serata di musica, politica e messaggi di carattere sociale e, forse, personale: il Concertone del Primo Maggio dimentica il covid, la musica, e il messaggio di fondo, e diventa il palcoscenico per uno scontro inaspettato, ma che da tempo andava combattuto. I contendenti sono il rapper Fedez e il leader della Lega, Matteo Salvini, nel mirino del cantante a causa dell’ostracismo perpetrato da parte del Carroccio nei confronti del Ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia.
Fedez oggi pomeriggio aveva attaccato i vertici di Rai3, denunciando sui social presunti tentativi di censurare, da parte della dirigenza della rete, alcune parti del suo discorso, quelle più “esplicite”. Nel suo intervento Fedez ha infatti attaccato direttamente il senatore leghista Ostellari, il principale nemico del Ddl Zan. Alla fine il cantante non ha eliminato alcun contenuto, nè edulcorato i concetti, e ha “picchiato duro”, ma la Rai nega di aver mai chiesto alcun tipo di cambiamento.

Concertone del Primo Maggio: Salvini risponde al monologo di Fedez

“Rai3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta”: con questa nota, la Rai ha risposto a Fedez e alla sua denuncia di essere stato sottoposto ad approvazione.

Le parole di Salvini su facebook

A aprire i giochi era stato il segretario della Lega, che aveva attaccato Fedez, in previsione del suo intervento sul palco del Primo Maggio “Se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento”. Alla fine, dopo il monologo del cantante, Salvini ha risposto invitandolo a prendere un caffè da soli, per parlare. Ecco cosa ha scritto:

“Adoro la Libertà.
Adoro la musica, l’arte, il sorriso.
Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole.
E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge.
È già così, per fortuna.
Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così.
Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti.
Il diritto alla vita ed all’amore sono sacri, non si discutono.
Per me anche il diritto di un bimbo a nascere da una mamma e un papà è sacro, mentre il solo pensiero dell’utero in affitto e della donna pensata come oggetto mi fanno rabbrividire. Così come, da padre, non condivido che a bimbi di 6 anni venga proposta in classe l’ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo.
Viva la Libertà, che non può imporre per legge di zittire o processare chi crede che la famiglia, come anche la Costituzione prevede, sia la cellula, il nucleo, il cuore, il passato, il presente e il futuro del mondo”.
FedezMatteo Salvini