Conte si oppone al riarmo dell’Italia. Il leader del Movimento 5 stelle è sempre più contrariato per quanto riguarda l’aumento degli investimenti nella spesa militare.
Spesa militare, la Nato “chiede” di aumentarla
In base a quanto concordato con l’Alleanza militare Nato, di cui l’Italia è parte, bisognerebbe dedicare un finanziamento di 2% del Pil. Attualmente l’Italia spende circa l’1,4% del Pil e in seguito all’invasione russa dell’Ucraina si è riaperto tale dibattito.
Tale contributo, che va a finanziare le varie operazioni e l’acquisto e mantenimento dei sistemi di difesa aerea o di comando e controllo, non è vincolante. Il leader del M5S Giuseppe Conte sarebbe più propenso, in un momento di crisi economica, a non drenare ulteriori risorse per le spese militari. Famiglie e imprese rappresentano per i 5 Stelle la priorità in questo momento.
La posizione di Conte: guardare ai bisogni dei cittadini
“Questa è la posizione del M5S, questa è la posizione che guarda all’interesse del Paese e ai bisogni dei cittadini. Non intendiamo fare passi indietro” scrive su Facebook il leader del M5S Giuseppe. “È impensabile una corsa al riarmo ora. È fuori dalla realtà pensare di aumentare di almeno 12/15 miliardi la nostra spesa militare in due anni, l’impegno del 2% può essere centrato solo con una crescita di spesa progressiva, spalmata nei prossimi anni, ad esempio da qui a quantomeno il 2030” conclude l’ex premier.
Le critiche ricevute: “filoputiniano” e messa in discussione del Governo
Tali posizioni, legittime anche se non condivise, hanno scatenato su Conte accuse e critiche di ogni tipo. Tra le principali quella di essere “filoputiniano”, nonostante non abbia mai avvallato l’invasione, quella di provocare una caduta del Governo e di assumere la veste di “pacifista” per scopi elettorali.