Continuano le aggressioni al carcere di Ariano Irpino: si tratta dell’ennesima violenza ai danni della polizia penitenziaria. Un detenuto ha chiesto di usare il telefono per fare una chiamata e poi ha aggredito un agente.
Continuano le aggressioni al carcere di Ariano Irpino
“E’ nella Casa circondariale di Ariano Irpino, comune della provincia di Avellino, che si è verificato l’ennesimo grave evento critico in un penitenziario della Campania”. E’ la denuncia di Tiziana Guacci e Marcello Bosco, rispettivamente segretario regionale e locale del SAPPE, che riferiscono i gravi fatti accaduti ieri sera nella struttura detentiva arianese: “Ieri, un detenuto con problematiche psichiatriche, ristretto nella Sezione ex art. 32 OP, ossia “detenuti violenti”, pretendeva di fare una telefonata e, nonostante il poliziotto di servizio stesse verificando se fosse autorizzato a farla, lo ha proditoriamente aggredito. Dopo un po’ la situazione è rientrata, grazie anche all’intervento degli altri colleghi, ma al collega contuso va tutta la solidarietà del SAPPE”.
“Siamo alla follia, adesso siamo arrivati al punto che i detenuti sfasciano letteralmente le carceri se non vengono assecondate le loro richieste, specie quando sono assurde e senza senso come avvenuto a Ariano”, concludono i sindacalisti. “Il senso di impunità ed abbandono delle carceri della Campania è veramente a livelli allarmanti se non si riprende in mano la situazione”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che domani sarà in visita nel carcere di Avellino e, successivamente, il 10 settembre a Poggioreale, Secondigliano e l’11 a Santa Maria Capua Vetere, evidenzia, ironico e tagliente, che “purtroppo per lui, il collega aggredito e ferito appartiene al Corpo di Polizia Penitenziaria e quindi si dovrà “accontentare” della solidarietà e vicinanza del SAPPE. Per loro, infatti, come è successo per la quasi totalità dei Baschi Azzurri vittime nel 2023 di 1.760 casi di violenza da parte di detenuti e dei 1.700 aggrediti in questi mesi del 2024, immagino che non ci saranno attestazioni di vicinanza e solidarietà da parte dei presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, dei Ministri di Difesa e Interno Guido Crosetto e Matteo Piantedosi, di sindaci e presidenti di regione, di parlamentari e politici vari, come avvenuto recentemente in un analogo caso di aggressione ad un milite dell’Arma a Locorotondo. Ma neppure da parte del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, del Viceministro Francesco Paolo Sisto, dei Sottosegretari di Stato delegati Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari, dei Capi Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria e Giustizia minorile Giovanni Russo e Antonio Sangermano, di Provveditori regionali, di Prefetti e persino del loro stesso Direttore del carcere. Tutto ciò è non solo vero ma mortificante e testimonia quel che diciamo da anni: oramai delle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria non interessa a nessuno e questi gravi e inaccettabili episodi criminali sono, per qualcuno, mera statistica…”.